mercoledì 8 settembre 2010

Acqua, olio e zucchero

Nel mondo ci sono alcune popolazioni, culture, pietanze, musiche, tradizioni che sono rimaste isolate e fondamentalmente incontaminate nonostante fossero circondate da culture straniere.

Sono tutte quelle culture dotate di una forte identità, oppure totalmente incompatibili con quelle che le circondano di modo che, naturalmente o forzatamente, sono rimaste isolate.

Consideriamo ad esempio una goccia d'olio lasciata cadere in un bicchiere d'acqua. Potranno passare anche giorni e settimane, non importa quante volte il contenuto del bicchiere sarà mescolato, la sostanza oleosa rimarrà comunque in superficie, senza fondersi con l'acqua sottostante.


Se invece nel nostro bicchiere d'acqua lasciamo cadere un granello di zucchero, esso si scioglierà senza problemi, fino ad essere indissolubilmente legato a doppio filo con la nostra sostanza iniziale, creando un liquido diverso dal precedente.

Ora, io non sono per niente favorevole all'integrazione, forzata o volontaria, di elementi esterni ed incompatibili con una cultura locale: il meticciato culturale, la globalizzazione, sono conseguenze fortemente negative della perdita di Identità di un popolo, e di un suo conseguente indebolimento.

Tuttavia mi chiedo, perchè il nostro bicchiere d'acqua sente il bisogno di istituire la Giornata Europea della Cultura dell'Olio se le particelle oleose non hanno portato modifiche sostanziali (e benefiche) alla cultura dell'acqua?

Forse che l'olio è in grado di muovere leve di potere all'interno della struttura acquea? Forse che l'olio gioca sulla debolezza del bicchiere da troppi anni per costringere i riluttanti ad accettare i suoi piani, il suo essere viscido, i suoi comportamenti?

In questo momento vorrei proprio un caffè fatto dalla madre di Germano per schiarirmi le idee..