giovedì 21 giugno 2012

The Blues Brothers

Ieri sera mi sono recato all'UCI Cinema qui nella mia zona; il cinema fa abbastanza schifo, come multisala è piuttosto vecchio, i seggiolini sono troppo attaccati allo schermo ed anche come qualità audio/video non è gran che. Di buono ha la catena "Old Wild West" nel palazzo, così ho potuto mangiare come un cesso prima dello spettacolo.
Ma non divaghiamo. Sono andato in quel cinema per un semplice motivo, solo ieri (o oggi in altre sale della catena UCI Cinemas, credo) hanno proiettato di nuovo "The Blues Brothers" in versione ridigitalizzata. Non so esattamente cosa diavolo abbiano fatto alla pellicola originale, credo niente di particolare perché non ho notato grandi differenze, ma non importa.


Sempre un grande film, in ogni caso, con della musica bellissima e Jake ed Elwood assolutamente scatenati.

La cosa che più mi ha colpito però erano gli attori! A parte qualche personaggio non c'erano ciccioni! E nemmeno un palestrato di 130kg come siamo abituati a vedere oggi. Erano, tutti, magri! Ma quando l'America ha inizato a trasformarsi in una grossa palla di merda iperproteica? Forse da quando hanno smesso di fare bella musica..



E non dimenticate, siamo in missione per conto di Dio!

martedì 12 giugno 2012

Le maniche. Queste sconosciute.

In questi giorni di post campionato e prime partite di europeo ho realizzato una cosa. Piccola, semplice e probabilmente sotto gli occhi di molti, ma ora è tutto più chiaro.
La cultura da discussione da bar e da calcio/salotto che c'è in questo paese ha contagiato con le sue nefaste conseguenze ogni discorso, ogni atteggiamento della società.

Sto parlando di quelle reazioni pressoché automatiche che emergono in buona parte della popolazione davanti ad una difficoltà, ad un fallimento, ad un imprevisto. Sono una serie di tecniche altamente specializzate con gli anni che rientrano sotto la macro categoria "Scaricabarile".
Ora non è che voglio dire che è colpa del calcio se questa pratica è così diffusa, ma la prima cosa che mi è venuta in mente pensando allo scaricabarile è la frase "Colpa dell'arbitro!".

In piena crisi economica e sociale, con una società pesante dove niente cambia mai, e quando cambia è sempre uguale a se stessa, la caccia al capro espiatorio è serrata e spietata.
L'obiettivo per eccellenza è la Germania, come se fosse colpa loro di tutti i mali del mondo e dell'Italia in particolare. Come se fossero loro ad aver costretto la Grecia a spese pubbliche folli e l'Italia a decenni di pessima gestione.

Passo successivo di colpa è l'offensiva finanziaria in atto da qualche mese da oltreoceano. Senza tirare in ballo società segrete e rettiliani vari, un'offensiva finanziaria agisce secondo logiche che non conosco e anche quando mi sono spiegate a malapena capisco, ma come qualunque tipo di offensiva nella storia del mondo il successo dell'assalto dipende sia dalla forza dello stesso ma soprattutto dalla debolezza dei difensori.
In altre parole, l'offensiva è in atto ma se si viene spazzati via è colpa dei difensori.

Questo atteggiamento si nota in ogni ambito societario, in ogni settore, per ogni cosa! Si fallisce un esame? Colpa del professore bastardo. Si è in ritardo su una consegna? Colpa di tizio che era malato quando non doveva. Piove? Governo ladro (come sempre).

Ma una volta o l'altra, non è possibile organizzarsi come si deve per parare questi assalti? Della CERMANIA KATTIFA. Dei rettiliani. Delle scie chimiche. Del vicino di casa.
Di chiunque.

Studiare, non copiare il compito in classe. Costruire edifici che stiano in piedi, non risparmiare qualche centesimo sui costi di costruzione. Documentarsi e lavorare in ufficio, non delegare compiti e prendere merito cazzeggiando alla macchina del caffè. Tornare a concepire il concetto di Dovere, molto prima di quello di Diritto.

E quando ormai è tardi non piangere dando la colpa a Tizio e Caio, ma tirare su quelle maniche di camicia da manager del marketing de stocazzo e tornare a muovere il culo per rimettersi in piedi. Senza strepiti e polemiche infinite. Solo lavoro.