venerdì 29 novembre 2013

Università e diritto allo studio

Colgo al balzo una notizia letta stamattina, secondo la quale dopo una serie di controlli della Guardia di Finanza alle autocertificazioni dei redditi degli studenti a diverse università romane sono emerse diverse irregolarità alcune decisamente volontarie. "Indigenti" e studenti in fascia minima che andavano a lezione in Ferrari ed altre amenità del genere.

La punizione? La sospensione di borse di studio e altre agevolazioni, una multa e, se lo statuto universitario lo prevede, la denuncia presso l'autorità giudiziaria.

E da qui comincio.
A parte la punizione che è ridicola, come più o meno tutto quanto in questo agglomerato tribale che è l'Italia di oggi, io credo che quegli studenti trovati colpevoli di falso volontario (con apposito processo per stabilirlo) andrebbero semplicemente espulsi dall'università, e dovrebbe venire loro interdetto l'accesso ad altre università italiane per un buon 5 anni.

In questo modo quegli stronzi che volevano risparmiare dei soldi che potevano permettersi di spendere per occupare posto, borse di studio, sussidi etc, di qualche povero bastardo che invece NON si poteva permettere, si fanno 5 anni a non fare un cazzo di niente, a farsi strada nel mondo del lavoro senza nemmeno il pezzo di carta che oggi serve pure a scaricare i bancali ai mercati generali.

Oh sì, poi magari andranno a lavorare in azienda dal papi. O metteranno su un'attività commerciale e poi si daranno aria da imprenditori. O andranno a studiare all'estero (almeno forse imparano una lingua..).

Sinceramente di cosa faranno questi stronzi non mi frega niente. Quello che è importante è 
a) colpire duro 
b) lasciare spazio e risorse ad altri

Il discorso è semplicistico? Sicuramente. Ci sono mille casi particolari di cui discutere? No. I casi particolari non esistono. Esistono le regole e chi le infrange, a suo rischio e pericolo.
Il resto sono puttanate da avvocati.

lunedì 18 novembre 2013

Regicidi e furti in grande stile.

Quando insieme ad un gruppo di sciroccati decidi di assaltare il palazzo del re di Dubai (Emiro, BTW), lo fai fuori, ti siedi sul suo trono e concedi udienza ai sudditi, anche con una certa perizia nel sistemare affari di stato devo ammettere, ti rendi facilmente contro che sei in un sogno.
E allora è in quel momento che inizia il divertimento!

Perché poi si decide arrogantemente di rubare un carro armato M1 e scappare dall'Emirato inseguiti da pazzoidi urlanti in groppa a cammelli.
E allora via, coi cingoli che stridono sulla sabbia, passando attraverso muri, abbattendo minareti e interi villaggi semplicemente passandoci sopra (ma non fatevi notare eh) fino ad arrivare ad un bel traghetto dovrebbe portarci in Inghilterra.

Certo ci tocca corrompere il comandante per fargli chiudere un occhio sul fatto che portiamo 60 tonnellate di carro armato sulla sua nave inseguiti da mezzo mondo.
Quello gli occhi li chiude.
Ma noi gli spariamo lo stesso una volta in acque internazionali.
Perché, Diavolo, sì!

Poi la maledetta sveglia mi riporta qui. Che merda.

martedì 5 novembre 2013

Malavita, Cani Sciolti e Piccoli Fratelli

Ecco, con un titolo così uno si aspetta chissà cosa. Magari uno di quei post deliranti che ogni tanto partorisco, nati da un sogno violentissimo concepito con uno stupro da parte di un elefante imbizzarrito.

E invece no.
Sono solo recensioni.

Malavita, cose nostre

Ultimo film di Bob De Niro, racconta la storia di una famiglia di un mafioso americano nel programma di protezione testimoni dopo aver spifferato tutti i peccatucci dei compari al governo federale. Famiglia alquanto problematica visto che in ogni nuovo posto, ad ogni nuova identità, va a finire che piantano su un casino allucinante. A partire dalla mogli (Michelle Pfeiffer) che decide di far esplodere un supermercato a causa di alcuni commenti "antiamericani" del cassiere, passando dal figlio che mette su un racket di estorsioni a scuola, alla figlia che vuole rimorchiare il prof di matematica e scoraggia le avances dei suoi coetanei a colpi di racchette da tennis sfondate in testa, per poi arrivare a lui, the BigBoss, con evidenti problemi di controllo della rabbia, che manda all'ospedale l'idraulico e fa esplodere una centrale chimica perché l'acqua nei rubinetti è marrone. Questo branco di pazzi è guardato dall'agente di custodia Tommy Lee Jones, alquanto esaurito pure lui, e chissà come mai.

In ogni caso, il film è una commedia abbastanza ben riuscita: non vengono i crampi dal ridere ma strappa bei sorrisi e qualche risata. La recitazione pare adeguata, sono bravi attori, però il film non mi ha convinto fino in fondo; sembra che non sappia nemmeno lui in che genere collocarsi. Per la commedia classica fa "troppo poco ridere", ma non è un film d'azione, non è simili drammatico, non è biografico, non si sa bene che cosa sia.

In generale non è un film imperdibile, però se vi capiterà di vederlo non avrete buttato via due ore su.

Cani sciolti

E proseguiamo con i film. Ieri ho visto Cani sciolti, con Mark Wahlberg e Denzel Washington. Racconta la storia di due agenti sotto copertura, uno della DEA ed uno dei servizi segreti della US Navy, ognuno all'oscuro dell'altro che lavorano insieme come criminali. Decidono di rapinare una banca in cui sono depositati i soldi di un trafficante di droga, in modo da poterlo incriminare come evasore fiscale e racket.
Peccato che la banca sia piena di fondi neri della CIA. Qualche loro superiore aveva deciso di farli fuori e rubarsi 40 e passa milioni di dollares che la CIA estorceva ai trafficanti di droga.
E qui parte un bel casino a base di sospetti, battute, sparatorie e quant'altro.

Allora l'idea è carina, lo sbirro sotto copertura che viene fregato dai superiori è un classico, ma averne due in contemporanea è un discreto plus. Peccato però che la parte centrale del film sia un po' troppo lenta: si mostra con dovizia di dettagli quanto loro siano senza speranza, senza amici, decisamente fottuti, però ci mettono un'ora a mostrarlo. Ecco, grazie, l'avevo intuito dopo 10 minuti eh.
Mark Wahberg mi spacca. Il suo personaggio è il cazzone dei due, sempre in ballo a fare domande a caso, battute, rimorchiare e simili. Anche il personaggio di Washington è ben fatto, ma rimane quello serio, ed una spanna meno del suo compare.
Alla fine sparatoria sborona all'americana, veloce e non troppo idiota (anche se abbastanza idiota, ovviamente).

Anche qui, film carino. Non merita il prezzo del biglietto solo perché il biglietto costa una fucilata, ma se capita di vederlo non è male.

Little Brother

Di ben altro peso è invece il libro Little Brother di Cory Doctorow. Il libro è sotto licenza Creative Commons ed è liberamente scaricabile online, e racconta di una San Francisco blindata e costantemente osservata dal Department of Homeland Security a seguito di un attentato terroristico.
Il protagonista è Marcus, un ragazzo di 17 anni che si trova nel proverbiale posto sbagliato al momento sbagliato. Viene sequestrato insieme ai suoi amici, interrogato e sottoposto a violenza psicologica dagli sgherri del DHS, con il solo scopo di fargli cedere le sue password per il cellulare e la posta elettronica. Liberato inizia a vivere una doppia vita come M1ck3y, contribuisce a mettere in piedi una rete di dati criptati alternativa ad Internet in cui è possibile navigare in relativa sicurezza e diventa anche involontariamente il capo di un movimento di opposizione e resistenza al DHS, il tutto per riacquisire quelle libertà e quella privacy che la sicurezza nazionale sta strappando via alla popolazione facendo leva sulla paura del terrorismo.
I tentativi di Marcus e compagnia per contrastare il DHS porta ad un inasprimento delle pene ed ad un generale degenero che raggiunge il climax finale.

Il libro è molto bello, non molto lungo e piacevole da leggere; le tecniche per sfuggire alla sorveglianza elettronica e per criptare i dati non sono fantascienza, sono conoscenze accessibili a tutti quanti con un minimo sbattimento e abbastanza realistiche e realizzabili, ma soprattutto mostra i punti deboli dei metodi di indagine e sorveglianza elettronica di massa che anche oggi vanno per la maggiore (vedi alla voce NSA).

L'unica pecca a mio avviso può essere proprio il finale; è un po' troppo veloce e semplicistico, il tutto si smonta come un castello di carte in modo troppo facile.

In ogni caso è un libro consigliatissimo. Potete scaricarlo qui.