martedì 28 dicembre 2010

The Hunt - Prima Parte

Succede sempre più spesso ultimamente: mi ritrovo ai margini della tavolata ad osservare il mio signore attraversare tutti i consueti stadi umani. Dall'ancor forte Cavaliere del Regno che entra dalla porta fino alla larva umana collassata a terra accanto al camino, con la casacca sporca di vino e una buona metà del pasto a pezzi nella barba.
In questo momento siamo in piana fase intermedia che io amo chiamare "Lo Spaccone Attaccabrighe". Il volto acceso dal vino e dalle passioni, in piedi, fiero ed eretto, con un piede sulla sedia ed il tono di voce più alto del normale, tutti devono ascoltarlo, tutti devono sentire i racconti delle sue avventure! Le mani e le braccia sempre in movimento per mimare duelli e battaglie accaduti anni prima, si allargano fino al limite per mostrare la dimensione della spada di quel barbaro, o l'ampiezza delle spalle possenti di quel gigante, o mimare la forza di quel cinghiale. Una vita spesa in sella ad un cavallo, con la spada in pugno ed un elmo lucente in testa, raccontata in un paio d'ore tra un bicchiere di vino e l'altro, in uno dei molti banchetti offerti dal nostro Re al castello, anche se è rato che il sovrano vi partecipi.
Giunti a questo punto il mio signore, il Cavalier Gottrick, non si rende conto del sorriso di scherno presente sui volti di chi gli sta attorno, per fortuna; le sue gesta, vere o presunte, appartengono al passato ed i nuovi soldati del Re non credono ai mirabolanti duelli dei cavalieri della vecchia guardia, agli uomini abili e feroci che hanno affrontato, alla selvaggina enorme e a questo genere di favole: le loro madri e le loro nonne raccontavano loro queste storie durante la loro infanzia, non riescono a prenderle sul serio.
Alle volte persino io arrivo a dubitare di certi racconti, eppure servo Lord Gottrick come scudiero da vent'anni.
"Ricordi Arlan?" il suono del mio nome mi fa sobbalzare " ricordi quella tribù di uomini con la pelle rossa che incontrammo ad Est di Vladivaskia? Che incontro fu quello, dicevano di aver attraversato il mare su un ponte di ghiaccio!" Mi accingo ad annuire, cerco di ricordare qualche dettaglio di quell'episodio, ma il mio signore si è già voltato verso una dama per descriverle l'aspetto di quegli individui. Non si aspettava davvero una risposta da me.
"Quei guerrieri avevano delle pesanti pellicce ed usavano piume d'aquila o di altri uccelli come ornamento e come segno di comando, curioso vero mia signora?" lo sento proseguire, mentre uno spiffero gelido mi sfiora le braccia. Prima ancora di potermi girare a vedere chi è entrato sento la sua voce giovane e strafottente sovrastare gli altri discorsi: 
"Ancora queste storie strampalate Gottrick? Non vi stancate mai di farvi commiserare da tutta la corte?"
Il Barone Ivan Bogdanov Gorlukovich, nipote ventenne del sovrano, viziato e arrogante ufficiale del regio esercito. 
"Dovete iniziare a rendervi conto, mio buon Gottrick, che il vostro tempo è finito, e inventare favole ad ogni banchetto non cambierà le cose"
Il volto del mio signore si accende di un rosso furioso, mi pare quasi di sentire il pulsare del sangue nelle sue tempie; l'ira e l'impulsività sono sempre state caratteristiche di Lord Gottrick, ed il recente abuso di alcool non migliorano certo la situazione.
"Favole? Favole Barone? Nessuna favola! Io ho combattuto per anni per vostro zio, ho girato questo ed altri regni in lungo ed in largo, ho visto cose e affrontato belve che Voi non immaginate neppure!"
"Certo Gottrick, certo. Nessuno mette in dubbio i vostri servigi, ma certi particolari di questi vostri racconti sono assolute invenzioni. Cinghiali enormi, guerrieri feroci, presto ci racconterete anche del vostro incontro con 'il drago'. Non siate ridicolo!"
"Come osate Bogdanov! I draghi esistono eccome, ne ho appunto visto uno in una grotta vicino alla sommità del monte Graham!"
"Favole, ancora favole! Non avete dunque più rispetto per queste sale? Per il vostro nome? Vi si chiede realtà e rispondete con sogni, la vostra mente è dunque offuscata fino a questo punto?"
Lord Gottrick sta per cedere, un attacco diretto al suo orgoglio e al suo onore è lo ha reso furioso, la mano che regge il calice di vino è bianca per la tensione e posso vedere il suo collo gonfiarsi  per la rabbia. 
"Adesso basta ragazzino!" - tuona il mio signore mentre quel bicchiere esplode in mille pezzi - " non sono disposto a starmene fermo ad ascoltare i tuoi insulti, ti sfido, vediamo quanto vale quel sangue di cui ti vanti tanto!"
"Io sfido te vecchio, ti sfido a portarmi una prova dell'esistenza di questo drago! Altrimenti nessun duello potrà mai dimostrare che non stai mentendo"
"Ottima idea, ma tu andrai con lui nipote!"
La voce del Re si insinua veloce e dirompente in mezzo al duello verbale in atto, nessuno lo ha sentito né visto arrivare, tutti presi a seguire lo scontro tra due generazioni.
"Accompagnerai il Cavalier Gottrick ed il suo scudiero in questa caccia al drago, così potrai tastare di persona la sincerità dei suoi racconti"
Da quel che so di lui il Barone Bogdanov non è tipo da tirarsi indietro ad una sfida, eppure impallidisce visibilmente alle parole del suo sovrano.
"Ma Sire, i miei doveri di ufficiale.. Non posso lasciare il mio posto nel regio esercito per inseguire un drago che nemmeno esiste!"
"Sciocchezze, ti farai sostituire. E non sarei così precipitoso nel giudicare i racconti di Gottrick. Ah Cavaliere, bada a mio nipote, cerca di insegnargli qualcosa di utile".
Il mio signore si inchina rispettosamente in segno di assenso mentre il Re si allontana velocemente dal salone, accompagnato dal brusio della corte intenta a commentare gli ultimi avvenimenti. Se lo sguardo del Barone Ivan Bogdanov Gorlukovich potesse ferire avremmo ben più di un morto nel salone.
"Molto bene, partiremo tra una settimana Barone, preparatevi a dovere, il monte Graham è quanto di più simile all'inferno io abbia mai visto. Andiamo Arlan".
Incredibilmente il Cavalier Gottrick riesce a non barcollare uscendo dalla stanza, spero che domani si ricordi quello che è successo, non vorrei dover essere io a spiegargli in che folle caccia si è imbarcato questa volta.


giovedì 23 dicembre 2010

Rai News qualcosa

Ci sono pochissime cose che mi piacciono di mamma rai. E, no, chiamarla mamma rai non è tra queste.
Invece uno dei modi migliori per iniziare la giornata è guardare la rassegna stampa su Rai News qualcosa alle 6.50 del mattino.
Non per Corradino Mineo che mi commenta la prima pagina di Repubblica, cosa che di norma mi manda di traverso il caffè-latte, ma per le sue collaboratrici: dopo Repubblica, infatti, si fa una breve rassegna delle notizie principali della mattinata.
Una volta Era tenuta da Iman Sabbah


Ora siamo passati a Laura Tangherlini

Che dire, decisamente un ottimo modo per iniziare la giornata..

martedì 21 dicembre 2010

Le guerre dei NANI

No, non sto parlando di battaglie parlamentari di presidenti del consiglio diversamente alti, ma delle vere e proprie guerre naniche di fantasiosa memoria.
Vi siete mai soffermati a pensare a tutto il lavoro e le conseguenze di una bella guerra di nani? 
Innanzitutto i nani sono solitamente divisi in clan molto diversi tra loro, il loro numero è esiguo e sono molto gelosi delle loro individualità; l'unica legge e l'unica fedeltà che riconoscono è quella del clan, di norma. Di conseguenza nel 90% dei casi le guerre naniche si riducono ad un paio di battaglie per espandere il territorio del clan, poca roba.
Ma!
C'è un ma. Quando il dovere o le circostanze o la voglia di bottino impongono una guerra su vasta scala bisogna stringere alleanze, e da che mondo e mondo i nani quando non combattono o scavano fanno due cose: bevono e si vantano di imprese compiute, ovviamente gonfiando entrambe le cose a dismisura.
Quindi anche per quella che noi potremmo definire diplomazia bisogna bere e banchettare per ore, se non per giorni, e questo con ogni singolo clan!
Già potete capire che il re del clan "aggregante" alla fine dei rapporti diplomatici abbia bisogno di un certo periodo di riposo.
Successivamente inizia il duro lavoro di rinnovo dell'equipaggiamento, il lavoro di forgia dei fabbri e dei minatori per cavare il minerale; mentre in periodo di pace queste attività vengono svolte più o meno a tempo perso, quando fervono i preparativi per la battaglia il ritmo viene enormemente accelerato, senza contare lo spirito di competizione con i clan alleati che aumenta il livello di stress generale.
Sorvoliamo sulla battaglia vera e propria, basti dire che in caso di sconfitta i diversi clan passeranno i successivi 30 anni a darsi la colpa l'un l'altro della sconfitta, tutti intimamente convinti che se ci fosse stato il loro re al comando avrebbero vinto.
In caso di vittoria invece bisogna affrontare il gigantesco banchetto celebrativo, della durata media di due settimane, mentre si procede a spogliare il vinto di ogni oggetto posseduto, di valore o meno. La divisione del bottino lascia insoddisfatti di norma, sia per il classico vizio a volere di più, sia perché l'immissione sul mercato di una tale quantità di materiali preziosi porta ad una svalutazione dell'oro e conseguentemente della moneta stessa in tutta la zona dei clan.
I re tornano quindi dalla battaglia appesantiti, con il fegato a pezzi ed invecchiati di metà della loro vita, accompagnati dal malcontento dei propri uomini: in caso di vittoria, poiché chi ha partecipato alla battaglia ed ha la sua dose di saccheggio si ritrova con meno valore effettivo di quanto pensasse, mentre chi non vi ha partecipato si ritrova con i suoi beni precedenti enormemente svalutati, quindi più povero; in caso di sconfitta per la totale assenza di bottino e con il senso di "guerra inutile"
Inoltre nel caso di guerre che coinvolgano più clan eventuali espansioni di territorio sono molto difficili da gestire, di solito è il punto su cui non si trova mai accordo.

A questo punto giovani e battaglieri nani iniziano le oscure manovre per soppiantare i loro sovrani, sfruttando il malcontento derivato dalla guerra, portando ad un cambio della classe dirigente.

Tutto questo perché? Quando sogni tutta notte cause, preparazione e conseguenze di una guerra nanica non puoi non scrivere qualcosa il giorno dopo!

lunedì 20 dicembre 2010

Rapire bambini su un treno fantasma

E rieccoci al consueto appuntamento con i sogni deliranti delle notti invernali.
Questa volta mi trovavo a casa mia, se non fosse per il fatto che l'architettura era un attimo diversa, era una bella sera d'estate e stavo sul balcone a fare quattro chiacchiere con i miei amici; era in corso una festa e  attendevo ospiti. Ad un certo punto arrivano un coppia di miei amici e mia sorella con il fidanzato e la figlia (ok, questa figlia non esiste): entrambe le coppie stanno litigando, quindi si chiudono ognuna in una stanza per smaltire la discussione, lasciando mia nipote (inesistente) in cucina in compagnia mia e dei miei amici.
Dopo qualche tempo la mia ragazza mi chiede una tinta blu per i capelli, io vado in bagno a prendergliela e quando torno lei è sparita con mia nipote; sapevo che l'aveva portata via per evitarle tutti quei litigi, ma in ogni caso non mi pareva una buona idea.
In più era scappata su un treno tecnologico ma a vapore, molto steampunk, che poteva andare pressoché ovunque e non solo sui binari programmati: durante la fuga posso vedere che il ragazzo di mia sorella, nonché padre della bambina, è andato con lei per manovrare alcuni comandi del treno.
Nel frattempo io e mia sorella eravamo in cucina di casa mia, ed io continuavo a darmi la colpa di ciò che era successo, a dire che avrei dovuto aspettarmelo quando mi ha chiesto la tinta blu, chissà poi perché: lei semplicemente mi dava del pirla.
Poi la scena ritorna alla fuga in treno dei "rapitori", il fidanzato di mia sorella è sceso dal treno per manovrare uno scambio ed evitare una collisione con un merci di trenitalia, la fuga continua ma lui viene lasciato a terra perché la mia ragazza si sta divertendo ad accelerare come una matta, con i suoi capelli blu!
Negli ultimi istanti del sogno ricevo una telefonata da mio padre, informato di tutto, che mi dice:
"Mi raccomando, c'è un solo modo per sistemare le cose, tienilo bene a mente: devi BEEEEP BEEEEP BEEEEP BEEEEP"

Ovviamente quel beeeeeeeeep è la mia sveglia, che ha reciso ogni legame con il sogno e mi ha impedito di ascoltare chissà quale illuminazione o verità dalla bocca di mio padre. Ma vaffanculo!



E così, senza motivo, ci metto il TechnoViking!

mercoledì 15 dicembre 2010

Siamo tutti rivoluzionari, siamo tutti intellettuali, siamo tutti giornalisti, siamo tutti profondi conoscitori dell'animo umano..

Il governo si salva e si fa a botte coi poliziotti. Regolare come un orologio. Perché, si sa, se non fai un po' di casino, se non incendi qualcosa, la manifestazione non è venuta bene: come fai a mostrare LO SDEGNO altrimenti? Come fai a rendere noto a tutti che per te è INAMMISSIBILE che Berlusconi non sia morto?
Giàgiàgià, e quindi via a bruciare cose, a spaccare vetrine e quant'altro.

E gli altri?
Vero, poi ci sono quelli che stavano semplicemente camminando tranquilli gridando due tre slogan, che subito si affrettano a dire "Quelli con noi non c'entrano nulla, stiamo provvedendo ad isolare i violenti, etc", ma non ci stavi parlando fino ad un minuto prima con i violenti? Ma non vi trovate a bere due volte a settimana al CS o dove cazzo ve pare? Ma non li conosci da una vita, non hai discusso con loro di questo governo REPRESSIVO, non hai mostrato LO SDEGNO con loro, non hai giudicato INAMMISSIBILE la notizia che Berlusconi si scopa escort a destra e a manca mentre a casa non si batte chiodo?

Poi ci sono quelli dall'altra parte della barricata. No, non gli sbirri, quelli dentro al parlamento.
Gente che ci ha fracassato i coglioni per mesi, dalla famosa creazione di Futuro e Libertà, bombardandoci con milioni di notizie, comunicati, dichiarazioni, su Berlusconi sì, Berlusconi no, lo sfiduciamo, si dimetta, no si dimetta Fini perché è infame, la maggioranza non è più maggioranza, viva il governo tecnico, ho 10 milioni di fucili pronti ad intervenire, bella cazzata, e blablabla.
Dopo MESI in cui la politica in Italia è diventata la fiera del gossip (non che prima fosse gran che, sia chiaro) in una giornata cambiano tutti partito, fazione, fanno mischioni e ribaltoni assurdi (con conseguente trasferimento di fondi molto probabilmente) e cosa rimane? Niente, è manifesto a tutti come la democrazia non sia altro che un grande mercato, dove tutto ma proprio TUTTO è in vendita. E questo da ben prima di Berlusconi.
Ieri sera ho sentito anche questo pensiero: "Eh, Berlusconi se li è comprati tutti, quello stronzo, è UNA VERGOGNA!"; quello che di solito non si nota in queste affermazioni è che ipotizzando che sia vero ci sono anche persone che si sono fatte comprare. Di queste persone non si parla mai, Berlusconi è stronzo perché ha comprato, ma a chi si è fatto comprare nessuno o quasi dice niente, forse perché in caso analogo gli stessi che ora fanno il Catone della situazione si sarebbero venduti per la metà.

Ancora poi ci sono le persone normali, quelle che si incontrano sul treno o al bar. Da queste persone si possono sentire delle frasi che farebbero accapponare la pelle per il ribrezzo persino ad uno scheletro. Ormai è diffusa ovunque la tendenza a parlare senza alcuna cognizione di causa, senza nemmeno una minima conoscenza degli argomenti di discussione e soprattutto senza che nessuno si preoccupi di fare un minimo approfondimento delle tematiche: si parla solo per farsi notare, per essere una voce "attiva" e non sembrare un citrullo senza opinioni. Troppo spesso ci si dimentica che è meglio tacere e passare per scemo che parlare e confermarlo.
Per spiegare un po' di che tipo umano sto parlando vi racconterò una conversazione tra due ragazzi che ho sentito sul treno stamattina.

Ragazzo1: "Eeeeh, ci vorrebbe una bella dittatura!"
Ragazzo2: "Ma se metti la dittatura subito ti fanno la rivoluzione!"
R1: "Appunto, si mette una dittatura apposta così si fa la rivoluzione"
R2: "Ma vuol dire guerra civile, un sacco di sangue.."
R1: "Ma sai, ci sono così tante cose sbagliate in questo paese.. Basta aprire un giornale e lo vedi"
R2: "Vero.."
R1: "Comunque la mia era una provocazione eh.."

Iniziamo con questa parte: invocare la dittatura è sempre bello e facile, e se la soluzione fosse temporanea come ad esempio nella Res Publica Romana potrebbe anche avere un senso, se non fosse per il fatto che il dittatore dovrebbe essere un uomo forte, con ben chiaro cosa si dovrà fare per pulire lo Stato e riportarlo in posizione di forza; l'unica persona che si avvicina (anche se mooooooooooooooooooolto alla lontana) a queste definizioni è Berlusconi stesso.
Poi il genio risponde, fanno subito la rivoluzione: ma chi? Chi minchia la fa sta rivoluzione? La sinistra? Il Popolo Viola? Di Pietro? Questi sono già convinti che ci sia un regime in Italia, o almeno continuano a sbandierarlo e a convincere la propria manovalanza, eppure sta rivoluzione non la vedo. A meno che non si considerino quattro vetri rotti e qualche auto in fiamme una rivoluzione..
Si fa una dittatura apposta per fare la rivoluzione: ora le domande sono due. Chi fa la dittatura e chi fa la rivoluzione? E cosa cambierebbe rispetto allo stato attuale?
Sempre lo stesso genio annuncia che le sue profonde convinzioni derivano dal fatto che i giornali gli dicono che il paese fa schifo, i giornali, quelli che se ascolti una parrocchia sono in mano a Berlusconi e se ascolti l'altra sono tutti comunisti, quelli che all'atto pratico scrivono le notizie che vogliono loro, distolgono l'attenzione da problemi reali, sono in grado di parlare per mesi di Sarah Scazzi mettendoti a disposizione sul loro sito pure le registrazioni degli interrogatori e quando proprio non sanno che pesci pigliare ci mettono in mezzo presunti fascisti ed un po' di figa per contorno. Siamo a posto.
Lo stesso imbecille ci tiene comunque in ultima battuta a schermirsi, la sua era una provocazione, mica ci si pensa su serio: ma non perché si sia reso conto delle boiate che ha detto, nemmeno perché abbia pensato che se si farà una rivoluzione lui vorrà starsene ad anni luce di distanza, ma per pura e semplice vigliaccheria, per non passare per quello violento, estremista, che parla di dittatura e rivoluzione (anche se non ha idea di cosa siano), allora ritrattiamo tutto prima che quelli attorno inizino a guardarmi male.

La conversazione continua..
R1: "Penso che nemmeno in Sudan succedano ste cose, i deputati che cambiano fazione in parlamento e ci sono le mazzette"
R2: "Bisognerebbe cambiare paese, ma dove potremmo andare?"
R1: "Tipo in Tajikistan. Sai là ti presenti con una bella laurea in chimica e hai tutte le porte aperte"
R2: "Oppure in Qatar, o in Arabia Saudita, là la politica la fanno loro almeno, non hanno influenze esterne"

Proseguiamo con l'analisi.
In Sudan i deputati non cambiano fazione in parlamento per il semplice motivo che c'è una guerra civile in sudan, non sono nemmeno sicuro che l'abbiano ancora un parlamento, brutto pirla. E le mazzette esistono da prima delle puttane, quindi credo che persino le scimmie le paghino ogni tanto.
Probabilmente in Tajikistan a malapena sanno cosa sia la chimica; non mi pare che l'industria farmaceutica tajika sia ai primi posti come produzione e ricerca nel mondo, e quand'anche avessero una parvenza di industria chimica credo che quel simpatico popolo che passa sotto il nome di I RUSSI avrebbero occupato tutto l'occupabile. Quindi tu, piccolo laureato italiano nonché visibilmente imbecille, appena arrivato in Tajikistan puoi pure tornartene a casa.
Ed ecco la perla: l'Arabia Saudita, la longa manus degli Stati Uniti in medio oriente, legati a doppio filo da 50 anni con la politica americana, ha una politica propria senza influenze esterne.

Applausi a scena aperti a questi due geni del male!

Ecco, questi sono i proprio i casi dove tenere la bocca chiusa contribuisce a non fare figure da idiota, ma magari parlando con altri imbecilli riesci a passare pure per figo..

martedì 14 dicembre 2010

Deus Ex: Human Revolution. Ovvero, l'uomo macchina!

Oggi mi è capitato sotto gli occhi il trailer di un gioco che uscirà il prossimo anno. Deus Ex: Human Revolution.
Prequel di un gioco che ha fatto la storia, anche se probabilmente molto sottovalutato, narra degli albori della civiltà cibernetica prossima futura, dei primi potenziamenti umani, delle prime unioni uomo-macchina e cose di questo tipo.
Non voglio entrare nel dettaglio del videogame, non è ancora uscito, non ci ho giocato, non posso esprimere giudizi, ma dal trailer si possono vedere cose molto interessanti. Il protagonista e altri personaggi vivono attivamente con inserti meccanici nel corpo, braccia, gambe, apparati oculari e uditivi, etc. dispongono di quelli che oggi definiremmo "superpoteri" derivati molto probabilmente dall'uso avanzato di elettronica per manipolare il mondo che li circonda, ed in più condiscono il tutto con una bella storia di cospirazione e ribellione.
Direi che gli ingredienti ci sono tutti, spero vivamente che anche la preparazione la cottura portino a qualcosa di buono, soprattutto dal punto di vista ideologico. 
Intendiamoci: mi piacerebbe molto che si sviscerassero alcuni problemi o paure relative a questi argomenti, che tramite il protagonista ed i personaggi si parlasse di questioni più o meno etiche, di futuro, di meccanica ed elettronica, sarebbe decisamente interessante se si approfondissero questi discorsi.
Farebbe decisamente schifo una serie di visioni manichee bianche o nere, ad esempio sarebbe una gran merda se il cattivo di turno fosse un maniaco dei potenziamenti umani per conquistare il mondo mentre il buono fosse per la "purezza" dell'umanità, o un messaggio similare. 
Sarebbe una visione limitante, inadeguata, e decisamente imbecille a tematiche di questo tipo.

Comunque attendo con ansia questo bell'aggeggino, anche se per averlo dovrò procurarmi pure una Xbox.

venerdì 10 dicembre 2010

Il Sole d'Inverno

Eppur ci sono giorni in cui Milano è bella persino d'inverno,
quando splende il sole ed un vento freddo ne spazza i viali.
E tu cammini, inondato dalla luce del mattino, e par d'essere solo per la metropoli.
Nell'aria gelida questo pensiero, insolitamente, riscalda il cuore.

giovedì 9 dicembre 2010

Citate citate, qualcosa resterà!

Ovunque guardi è un proliferare di guru. Di personaggi simbolo presi per grandi geni dell'umanità che snocciolano perle di saggezza a profusione, piccole parole e frasi che ci aiutano a stare a galla nella grande merda quotidiana, in questo magma confusionario di impegni e piccole frustrazioni.
Me male che c'è TIZIO che ha scritto questa frase gentile, questa frase che da speranza e mi fa tirare avanti.
Notare che TIZIO non è mai una persona fisica, è sempre un personaggio in vista a cui sono appioppate queste miliardi di frasi.
E TIZIO cambia nel tempo, si adatta, è poliedrico, capisce non tanto il linguaggio giovanile quanto l'aspetto visivo e le tendenze.
Il primo che ricordi nel ruolo di TIZIO è Jim Morrison, antieroe ribelle, icona di un rock agli albori, non conforme, geniale e.. svuotato di ogni significato da milioni di ragazzini che inizialmente riempivano i diari con sue citazioni, ed una volta finite quelle hanno riempito altre tonnellate di pagine con frasi celebri di altri personaggi, ma sempre a firma Jim Morrison.
Per un certo periodo il vecchio Jim è stato soppiantato da Kurt Cobain, ma non aveva lo stesso impatto, la stessa immagine, a quanto pare non era abbastanza figo.
I più schierati politicamente hanno sostituito Jim Morrison con El Che Guevara, stesse frasi stucchevoli, stesse falsità. Ecco, magari parlava meno di amore e rapporti di coppia e più di rivoluzione, ma tant'è.

Ma ora siamo nel terzo millennio, i ragazzini di oggi non sanno chi è JM ma ecco pronta la  soluzione; eccolo, è lui, signori e signori vi presento Fabio Volo, guru del terzo millennio. Un altro poveraccio che ha scritto qualche libro scalcinato ma con il target di vendita giusto, libri di filosofia di vita spicciola, ed in quanto tale viene schiavizzato e costretto a dire e/o scrivere tutto il contrario di tutto. Potete mettere in bocca ciò che volete a Fabietto nostro, non se la prende, tanti metteranno un bel "Mi Piace" al vostro commento e ci sentiremo tutti più soddisfatti ed illuminati dalla perla di saggezza del giorno.
Il problema, anche se è una parola grossa per una cosa del genere, è che associare citazioni a caso a persone a caso porta ad una visione distorta del personaggio, e quei pochi che JM o CHE o FV lo conoscono per davvero si fanno venire il sangue amaro e si sgolano per diffondere la verità su quei personaggi. Inutilmente. Perché la verità e la conoscenza non interessano a nessuno, ciò che importa è avere una frasettina figa sul profilo di facebook.


Detto questo vi lascio con una serie di esempi di ciò che sto parlando:

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 
JM o CHE o FV

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. 
JM o CHE o FV

Anche tu, Bruto, figlio mio
JM o CHE o FV

All'inizio era il Volk, solo dopo venne il Reich
JM o CHE o FV

Niente accordi, niente assensi, niente pace. Questa volta si fa sul serio
JM o CHE o FV

Non c'è nessuna strada facile per la libertà
JM o CHE o FV

Il mondo progredisce, l'avvenire è radioso e nessuno può cambiare il corso generale della storia
JM o CHE o FV

La sostanziale differenza tra un'opinione ed un pregiudizio è che un'opinione la si possiede, mentre da un pregiudizio siamo posseduti
JM o CHE o FV

Il Papa? Quante divisioni ha?
JM o CHE o FV


PS: vorrei inoltre sottolineare l'inesorabile parabola discendente seguita dai guru scelti dalle persone. Da Jim Morrison a Fabio Volo, passando per Ernesto Che Guevara, c'è un'abisso di incommensurabile profondità.
La vita è un biscotto, ma se piove bestemmio.

venerdì 3 dicembre 2010

Propaganda!

Durante la consueta pausa caffè pomeridiana mi sono soffermato sulla parola Propaganda. Meravigliosa, è una parola che racchiude in sé il suo significato ("l'attività di disseminazione di idee e informazioni con lo scopo di indurre a specifiche attitudini ed azioni") e richiama per associazione mentale anche il "propagare" delle idee e delle informazioni stesse.
Ora non ho alcuna intenzione di andare a cercare l'etimologia di Propaganda e Propagare per verificare se hanno o meno una relazione, non mi interessa, volevo solo sottolineare come Propaganda sia una parola ricorsiva:
Propaganda = diffondere un'idea
diffondere un'idea = propagare un'idea
propagare = fare propaganda

quindi

Propaganda = diffondere un'idea = propagare un'idea = fare Propaganda di un'idea = fare diffondere un'idea di un'idea = fare propagare un'idea di un'idea = fare fare propaganda di un'idea di un'idea

e via all'infinito. Ovviamente il tutto nella mia mente malata.

mercoledì 1 dicembre 2010

Gli Hobbit sono neri, gli Elfi sono gialli e gli Ent sono orsacchiotti

Benvenuti nel consueto (ma quando?) spazio settimanale dedicato alle notizie dal mondo.
La notizia di oggi arriva diretta dalla Nuova Zelanda, dove un addetto al casting del film "prequel" de Il Signore degli Anelli, il film basato sul libro Lo Hobbit insomma, è stato licenziato in quanto razzista. Questo vile ha osato addirittura specificare il colore della pelle tra i requisiti per gli aspiranti hobbit. Dovevano essere bianchi. Una donna di origine pakistana l'ha denunciato perché discriminata. Ovviamente la casa produttrice e tutti gli alti papaveri sono scesi in campo per prendere le distanze da Mr.Casting, in effetti è inammissibile una richiesta del genere!
Insomma è come se nella selezione degli attori per il ruolo di samurai giapponese si potessero escludere i neri. Per caso è scritto da qualche parte che Giulio Cesare non possa essere cinese? Mi giungono voci di un altro film su Nelson Mandela dove il presidente sudafricano verrà interpretato da Russel Crowe.
Ah non si può? E perché? Perché è bianco? E allora? Siete solo dei maledetti razzisti, all'alba del 2010 fate ancora queste richieste inaccettabili, bastardi!
Come farò allora a girare il mio film con Maometto interpretato da un un bel rosso irlandese? Anzi, una donna! Non si è mai visto un tale sessismo nel mondo del cinema!
Lo farò lo stesso, alla faccia di voi schifosi razzisti e sessisti! GNEGNEGNE!


PS: per chi fosse così furbo da non essersene accorto l'intero intervento precedente è ironico, visto che con la notizia in sé si sfiora il grottesco. In mezzo agli hobbit non ci sono e non ci sono mai stati neri o orientali, visto che ci sono altri popoli che hanno la caratteristica pelle nera o orientale nel mondo di Tolkien. Rimango pazientemente in attesa di un film sui vichinghi interpretato da Jet Li.