mercoledì 18 agosto 2010

L'ostilità del Lario

Mercoledì 11 Agosto ero ospite de Il Socio a Bellagio, sulla punta del Lago di Como. Non era la mia prima visita in città, diciamo che sono quasi un habitué della zona, quindi non mi aspettavo grosse sorprese. Invece quel giorno la Perla del Lago di Como mi era decisamente ostile.

La domenica precedente si era concordata una giornata di triathlon, o almeno una sua versione modificata: il piano prevedeva una lunga corsa, una bella nuotata nelle fresche chiare e dolci acque e una sana dormita al sole del lago, che nulla ha da invidiare a certe spiagge.
La mia sveglia del mattino però aveva inchiodato al muro quest'ultimo punto: una discreta coltre di nubi temporalesche imperava su tutta la Brianza e l'orizzonte verso Nord non lasciava alcuna speranza di miglioramento. Per nulla intimorito o scoraggiato dalla situazione mossi repentinamente verso la mia destinazione.

Appena arrivato salutai Il Socio e famiglia e ci preparammo per la nostra mattinata di allenamento: viste le condizioni atmosferiche non indossammo il costume da bagno per la corsa e partimmo per quella 10km bellagina; un percorso magnifico trovato da Il Socio durante i suoi lunghi anni di permanenza nella città lariana, lungo, faticoso, ricco di salite e difficoltà, sino a giungere alla temuta salita del Drago o del Serpente. Antiche leggende narrano che quel tratto di strada abbia fermato l'esercito di Annibale ed alcuni storici ritengono quella sia la reale ubicazione del passo delle Termopili.
La corsa passò velocemente e faticosamente, nonostante la mia perdita di allenamento dovuta a più di un mese di pressoché totale nullafacenza riuscii a completare il percorso quasi agevolmente, sfidando e uccidendo persino il Drago che ci aspettava a fine tragitto.

Qui sotto potete vedere i festeggiamenti post-drago


Giungemmo quindi alla "Punta" della città e impulsivamente Il Socio mi propose un bagno in mutante, visto che non avevamo messo il costume. Accettai di buon grado e scendemmo le scale che portano all'acqua sotto lo sguardo incuriosito di due anziani nightmares lì presenti. Ed è in questo punto che il Lario si ribellò alla mia presenza: prima scivolai su un gradino e ne ricevetti una contusione alla tibia destra, successivamente nel tentativo di tenermi a galla in una zona di acqua alta colpii con il collo del piede destro uno scoglio insidioso ed appuntito. Non dubitai nemmeno per un istante di aver disintegrato quello scoglio malefico con la potenza del mio avventato calcio, tuttavia una volta finito di imprecare il giusto necessario e uscito dall'acqua Il Socio mi fece notare che stavo sanguinando. Decidemmo quindi di tornare a casa a fare una doccia, in ogni modo di sole non ve ne era nemmeno l'ombra e quindi potevamo pure dimenticare i nostri propositi di riposo al caldo in spiaggia.

Dopo la doccia il sangue smise di scorrere e decisi di passare il resto della giornata a Bellagio. Appurammo che il livello del lago era più basso del solito a causa forse della chiusura delle dighe a Colico a causa del maltempo.

Il pomeriggio passò veloce giocando a minigolf, dove il Lario mi si oppose ancora una volta facendomi perdere con un punteggio di 43 contro i 19 punti de Il Socio e costringendoci a percorrere metà delle buche in compagnia di una maledetta checca isterica, cosa che sicuramente non aiutò la mia concentrazione sulle buche più difficili (va bene, sono una sega, ok?).
Ma fu verso sera, quando già pensavo di essere sfuggito alle ire del Lario, che subii l'ultimo colpo di coda del potente lago. I tagli che mi ero procurato la mattina gonfiarono il mio piede destro, in modo tale da provocarmi parecchio dolore camminando. Ma con la prospettiva di una pizza importante e di una buona serata tenni duro fino a notte, giusto imprecando ogni tanto e maledicendo lo scoglio ed il suo odio ingiustificato, quando riuscii a schiantarmi sul mio letto esausto ma non sconfitto dal Lario.

E questa è la cosa più importante!


PS: Vengo a sapere proprio oggi che il Lario ha colpito anche Il Socio, forse è geloso se si dimostra di amare troppo la montagna, chissà..
Erwin