martedì 20 novembre 2012

Ma mettiamo un bel sorriso su questa faccia!

Bentornati siori e siore alla narrazione della CRANDE AFFENTURA DEI NOSTRI PIKKOLI EROI di D&D.

Abbiamo lasciato il party ferito gravemente in balia di uno Yuan-Ti abominio, che decide di spedirli ad una fantomatica fortezza rossa, e da qui proseguiamo.

Si svegliarono dopo lungo tempo in catene, al suono ritmico di un carro in movimento. Odhin, Atsuma e Unghart si ritrovarono spogliati dei loro averi e legati alle sponde di uno di tre carri di cui era composta quella strana carovana di prigionieri. Il sigillo di dominazione pulsava lievemente sul loro collo e per prima cosa notarono che lo Yuan-Ti a capo della carovana portava al dito l'anello di controllo. Decisero quindi di guardarsi attorno, di conoscere un po' i loro compagni di sventura:
- Un pazzoide Monaco Insanguinario, un oscuro ordine di monaci assassini.
- Una guardia di Eastrock, famose per le loro lotte contro i non morti.
- Una paladina di Wee Jas dalle vesti rosse, una chierica di grande potere.

Non era esattamente così Mr.Sorriso, ma ci somiglia!
Dai commenti delle guardie e da alcune caratteristiche del territorio Atsuma riconobbe la loro posizione: stavano attraversando la Contea del Cigno Nero; un paladino giudice posto dal sultano di quelle terre a guardia di una vasta contea, per contenere o sterminare la proliferazione di demoni che interessava la zona. Si dice che fosse insuperabile come cacciatore di demoni, e coltivasse grandi ambizioni; per questo motivo non voleva far sposare nessuna delle sue 12 figlie in modo da poterle accasare con grandi nobili e uomini di lignaggio. Un giorno però il Paladino si portò in casa un mago ferito, che per ringraziarlo della cortesia uccise lui, distrusse la contea e trasformò in streghe le 12 figlie.

Simpatia eh? Ma torniamo a bomba sui nostri prigionieri.

Durante il viaggio il carro di testa della carovana fu costretto a fermarsi per cambiare una ruota. Mentre le guardie erano impegnate ad imprecare contro la sfortuna spuntarono dal nulla tre Segugi Yeth, che fecero strage degli uomini della piovra e dello Yuan Ti con l'anello di comando. Il Monaco Insanguinario era in grado di controllare i segugi come fossero i suoi animaletti domestici, fischiando ordinò loro di liberarlo dalle corde e poi si rivelò per quello che era: uno scoppiato totale. Dopo aver riso come un pazzo ed aver ballato lungamente sui cadaveri delle guardie, propose a tutti i prigionieri sopravvissuti di andare a caccia di tesori nel castello del Cigno Nero; quando la guardia di Eastrock decise di protestare fu semplicemente uccisa, dopo averla fatta sorridere con un bel coltello affilato. La donna rossa invece, dopo aver confabulato sottovoce con Mr.Sorriso, si allontanò nel deserto scortata dai Segugi Yeth.

"Muahahahhahahahhah" accompagnati dal suono isterico di questa risata, i nostri eroi vennero trascinati senza possibilità di opposizione verso il castello del Cigno Nero; il monaco insanguinario, infatti, aveva recuperato l'anello di dominio dal cadavere dello Yuan Ti e si stava divertendo a vedere che effetto faceva ad usarlo sul ciccione.

Giunti al castello non ebbero altra scelta che farsi strada combattendo verso un ipotetico tesoro, perché il Mr.Sorriso aveva sprangato le porte del castello dietro di loro e li minacciò di usare il dominio per farli fuori tutti se non lo avessero aiutato. Facendo buon viso a cattivo gioco i tre avventurieri trovarono dell'equipaggiamento in un magazzino ed iniziarono l'esplorazione del castello.
Ovvio che in un castello del genere la servitù lasci un po' a desiderare, dopo anni e anni di abbandono, ma un consistente numero di non morti può comunque tenere compagnia quando ci si annoia. L'esplorazione procedeva a rilento, gli avventurieri agivano con metodo, stanza per stanza, schema 42bis (o ter) ad ogni pié sospinto, ma la lentezza non rientrava nei piani del Monaco Insanguinario. Dopo aver ammazzato una strega intimò ai tre derelitti di trovare il tesoro del cigno nero entro due ore, oppure li avrebbe semplicemente soffocati rimanendo a guardare le loro facce diventare blu. E ovviamente ridendo come un pazzo.
Ecco, se le streghe fossero state così avremmo usato altri tipi di spada
Spronati da nuova urgenza gli eroi proseguirono con l'esplorazione, quando all'improvviso il fantasma di una ragazzina comparve dinanzi a loro e gli fece cenno di seguirla. Visto che il buonsenso non è mai stato prerogativa degli avventurieri, decisero di dire sticazzi a tutti ed aprirsi una strada insanguinata attraverso streghe, zombie, ancora streghe e ancora zombie per seguire il fantasma.

Dopo essere passati per stanze marcescenti, sotterranei pieni di echi minacciosi e passaggi segreti vari, il gruppo di avventurieri riuscì ad accedere ad una stanza speciale: a prima vista sembrava un nido d'amore. Tra tutte le stanze viste fino a quel momento rimaneva l'unica non in stato di totale abbandono, come se una forza particolare avesse impedito il decadimento del tempo. Tramite alcuni oggetti presenti nella stanza, tra cui due fedi con incisi i nomi di Nir e Mina, Atsuma riuscì a ricostruire la vera storia del Paladino del Cigno e della sua caduta, mettendo in relazione le visioni magiche che vide nella stanza con i vari quadri trovati in giro per il castello.

Come abbiamo già detto, il paladino era un potente cacciatore di demoni: nei sotterranei del suo castello esisteva un portale per un altro piano, un labirinto in cui aveva rinchiuso molta della feccia che infestava le sue terre. Un giorno il Paladino portò al castello un elfo acquatico di nome Nir, un potente mago dalle vesti bianche che era rimasto ferito in uno scontro. Nir rimase al castello diverso tempo, per guarire prima, e per amore poi: si innamorò infatti della figlia più giovane del Paladino, Mina (hai capito l'elfo? Vive centinaia d'anni e si vuole scopare una 15enne..), ma si scontrò con la decisa opposizione del Paladino del Cigno; le sue figlie sarebbero andate in sposa ai nobili del sultanato, in modo da elevare la sua posizione sociale. Tuttavia il Paladino propose a Nir un accordo, se fosse entrato nella prigione planare nei sotterranei e avesse ucciso il demone Astaroth lì rinchiuso, avrebbe potuto sposare Mina.
Nir partì quindi per la missione, abbagliante nelle sue vesti candide. Attraversò il portale del labirinto e nessuno lo vide per parecchio tempo; diversi mesi dopo un elfo si presentò al portale del labirinto, le sue vesti erano nere e la sua aura di malvagità era palpabile, ma l'aspetto e la voce risultarono essere quelli di Nir; intuendo che la missione doveva essere fallita e che il demone Astaroth avesse corrotto il mago, il Paladino del Cigno non volle aprire il portale del labirinto. Ma l'amore rende folli, e la vista del suo amato intrappolato in un altro piano spinse Mina ad assassinare il padre, per aprire lei stessa la prigione planare.
Dalla prigione emerse un Nir completamente diverso da quello di solo pochi mesi prima, ed in compagnia di quello che Atsuma identifica come il Monaco Insanguinario Mr.Sorriso!
Una volta libero Nir scatena la sua furia contro gli abitanti del castello e la contea, lasciandola in stato di devastazione e abbandono.

Dopo aver appreso finalmente la verità su quella triste vicenda, ancora un po' scossi da quello che avevano visto, gli avventurieri ripresero la marcia, alla ricerca di un tesoro o almeno di un modo per liberarsi da Mr.Sorriso. Vista la facilità con cui si era liberato di 5 streghe, affrontarlo in scontro diretto era fuori discussione.
Esplorando le segrete del castello giunsero in una stanza con un trono enorme al centro; seduto su di esso sedeva incatenato quello che a prima vista pareva il Paladino del Cigno, o almeno la sua versione decaduta e corrotta. Accanto al trono del padre ricomparve il fantasma della ragazzina che cercò di avvicinarsi lentamente agli avventurieri: ma il fantasma di quell'assassina si trasformò in un'ombra nera che non nascose le sue intenzioni omicide.

Supportata da un nutrito gruppo di non morti, quella creatura oscura diede loro del filo da torcere, fino a quando Atsuma non riuscì a colpirla con una freccia in cui aveva incastrato gli anelli di fidanzamento di Nir e Mina. L'impatto fece dissipare l'ombra in tutta la stanza, e liberò il Paladino del Cigno.
"Finalmente quella troia di mia figlia è morta!" Le prime parole di un padre di nuovo libero!
Il Paladino del Cigno, in tutta la sua imprigionosità
Dopo un breve aggiornamento sugli ultimi secoli di storia di quel lugubre castello, il Paladino chiese agli eroi di riuscire dove Nir aveva fallito, entrare nel piano labirinto e recuperare l'unica arma in grado di sconfiggere Astaroth; ma pochi istanti dopo Mr.Sorriso comparve dalle ombre ed iniziò uno scontro feroce con il Paladino: "Io lo terrò impegnato il più a lungo possibile, ricordate che nella prigione planare il tempo scorre più velocemente, ANDATE, TROVATE QUELL'ARMA!"

Nei pressi del portale il gruppo venne attaccato da una strega, un'altra delle figlie del Paladino, che ferita gravemente fugge all'interno della prigione planare; i nostri la inseguirono e dopo un breve disorientamento si ritrovarono in ginocchio a contemplare un cielo rosso ed uno spazio sterminato, con città, foreste, ponti e deserti.

"Oh cazzo, sarà più dura del previsto.."

Nel frattempo, fuori da Qaath, una donna misteriosa rovesciò il contenuto di un'ampolla sui resti martoriati di Johan: una luce abbagliante invase la scena e pochi istanti dopo il chierico torno alla vita! Ancora intontito dalla resurrezione colse appena le parole della donna "Vai, Astaroth è da quella parte!" prima di incamminarsi verso Qaath.