martedì 2 agosto 2011

Aria di fine secolo

Stamattina le prime pagine di ogni giornale (o quasi) mostravano titoloni riguardanti la crisi delle borse, nonostante la decisione presa e approvata per quel che riguarda il default americano.
Lungi da me cercare di spiegare l'andamento dei mercati e dell'economia, sono notoriamente una capra in materia; quello che volevo sottolineare è l'aria: da un po' di tempo a questa parte non si respira semplicemente aria di crisi, a parer mio, ma proprio aria di fine secolo.
Non parlo della fine del secolo matematica, quella è già passata, ma di una metaforica.
Mi spiego meglio.

La crisi economica, la politica inconcludente, la moda demente del momento e la nuova generazione incomprensibile non sono una novità, sono parti integranti del mondo; tuttavia ultimamente l'atmosfera si è fatta più pesante, più frenetica e opprimente: tutti i fattori precedenti (anche quelli che non ho menzionato) sono estremizzati ed esacerbati, al punto tale che anche le notizie "positive" che dovrebbero spezzare almeno temporaneamente i trend negativi passano virtualmente senza conseguenze.

E' un'aria densa di rassegnazione e falso divertimento, fatta di urla falso gioiose e di persone con sorrisi tirati, di decisioni oltre il nostro controllo e di corse verso la rottura.
Dev'essere questa l'atmosfera che si respirava negli Stati Uniti prima del 1940, o in Italia intorno al 1912, molte potenziali fonti di conflitto, crisi economica, guerricciole prive di scopo, dialettica infinita e senza soluzioni. Un calderone umano pronto a raggiungere il punto di ebollizione e di rottura.

Questa è la mia impressione sull'oggi, e speriamo che, nonostante tutto, non si finisca ancora a fare la guerra alla Germania!
Vi prego, basta guerra alla povera Germania!