martedì 30 agosto 2011

Valhalla Rising, recensione

Ho appena finito di vedere questo importantissimo film, e solo una cosa posso dire: ca-po-la-vo-ro!
No, sto scherzando, è una merda. Anche cercando in internet i commenti spaziano dal "Non ho capito un cazzo", al più politicamente corretto "Il regista lascia allo spettatore il compito di trovare il suo scopo", altro modo di dire che non si è capito un cazzo.
Qualcuno azzarda la recensione positiva, ma non solo, ultra positiva! Perché quando la si spara bisogna spararla più grossa di tutti! Si magnifica la fotografia, la musica, le scelte dei tempi, e si da addosso al pubblico italiota che è troppo basso spiritualmente per capire certe opere.
Sarà..
In ogni caso vi dico la mia: un'ora e mezza di film, con un totale (se va bene) di 10 minuti di dialoghi, di cui la maggior parte servono per esprimere ovvietà, frasi decontestualizzate e deliri; vi assicuro che i deliri sono la parte più interessante.
Ma di cosa parla questo film? Di questo vikingone MUTO con un occhio solo, tenuto schiavo e obbligato a combattere. Un giorno si libera ammazza i suoi carcerieri e si incammina insieme al ragazzino che gli portava da mangiare: incontra un gruppo di crociati diretti in terra santa e si unisce a loro (perché? non si sa), salvo sbagliare ovviamente rotta e finire in america, non si sa bene dove. Una voltà lì muoiono tutti; non che gli altri personaggi abbiano chissà quale spessore.
Un personaggio fondamentale, il ragazzino del cibo
 Detta così sembra una figata, ma quello che otterrete da questo film saranno 90 minuti di grandi ambientazioni, di quattro stronzi che si guardano in giro, di fugacissime visioni oniriche dipinte di rosso ed una serie di "Ma.. Perché???" che rimbomberanno nella vostra testa ansiosi di uscire. Il tutto intervallato (ma alla media di uno ogni 20/25 minuti) da qualche scena medio violenta, con una discreta dose di sangue, il più delle volte anche qui priva di scopo.
Vediamo le cose positive. E' vero, le ambientazioni e le musiche sono molto belle, ma se volevo un'ora e mezza di panorami e musica di accompagnamento avrei aperto uno dei powerpoint di presentazione che mio padre mi gira continuamente!
La storia promette bene, ma non va oltre alle promesse, non esiste proprio. C'è la vicenda, ma se ve la raccontasse una voce robotica registrata priva di emozioni otterreste più calore umano del film.
Le interpretazioni sono infinite, cosa che avviene spesso quando un film non ha ne capo ne coda. Alcuni hanno ipotizzato che il vikingone sia una sorta di metafora del paganesimo e di Odino, visto che ha un occhio solo. Ecco, la somiglianza con il Padre degli Dei del Nord finisce lì. Alle volte vedo diverse persone in stazione centrale con un occhio solo, ma non credo che siano impersonificazioni o metafore di Odino..
Cosa si capisce da questo film? Uno schiavo si ribella ai propri padroni, è muto ed anche un po' ritardato, probabilmente a causa di tutte le botte prese in combattimento; l'unica cosa che sa fare è guardarsi in giro con l'aria di chi la sa lunga e lasciar parlare un ragazzino per lui. Anche questo non è un genio, visto che li imbarcano senza pensarci due volte per una crociata e finiscono a casa di dio a farsi massacrare dagli indiani.
La morale? Il significato? Boh, forse non lasciare che un bambino imbecille e biondo parli al posto tuo, o puoi finire morto ammazzato dall'altra parte del globo.
Il nostro aspirante Wotan con la faccia di chi la sa lunga

Se qualcuno ha altre interpretazioni mi faccia pure sapere, per quel che mi riguarda questo film fa cagare.