lunedì 2 maggio 2011

Today is a perfect day, for samurai armour..

Stanotte, che notte questa notte.. Eh sì, altro episodio della serie "I sogni dell'assurdo", premiata al festival di Canne da una tirocinante ubriaca e da un opinionista dai dubbi gusti sessuali.
Questa notte ero in cerca di un'armatura da samurai. E la cercavo a casa di mio cugino: non è così strano come si possa pensare, semplicemente ne avevamo comprato due in coppia e le teneva lui. Purtroppo però quest'armatura sembrava scomparsa, non si trovava da nessuna parte in casa sua, ed anche a mettersi a cercarla in due in ogni dove non saltava fuori (eppure non era mica piccola..)
Al quel punto mi venne suggerito che forse tutto il pacco era in casa mia: una villetta a due piani (molto bella, tra l'altro) con mobilio minimalista (non c'era un cazzo) in cui non mettevo piede da cinque anni.
Raggiunsi il box della mia auto solo per trovare che qualche simpatico imbecille le aveva messo sotto un carrello elevatore da meccanico; non uno vero ma un aggeggio in plastica colorata, sperando di riuscire a schiacciarla sul soffitto.

Fortunatamente la forza di sollevamento di quel carrellino giocattolo era minima, e non fece danni. Corsi fuori dal cancello per cercare di capire chi era l'imbecille che aveva pensato a questo scherzone di inaudita ilarità solo per trovare quattro 60enni in macchina che mi indicarono ridendo sguaiatamente prima di partire sgommando. Basito presi la macchina e raggiunsi casa mia.
Allora mi misi a cercare l'armatura anche lì, ed in ogni stanza provavo una grande nostalgia per i tempi passati in quella casa (che non ricordo) che ho dovuto abbandonare (perché?). Aveva un'architettura molto strana, con una cucina piccola ed una più grande, molto bianca e ariosa, con scale a spirale quadrata per salire al secondo piano ed una cassaforte a muro nascosta dietro ad un pannello di cemento e travestita da quadro elettrico.
Già la cassaforte: mio cugino mi consigliava di cercare lì l'armatura (nonsense assoluto, visto che era grande nemmeno quanto il mio busto) solo che ovviamente mi ero dimenticato la combinazione: fortuna volle che avessi scritto degli indizi per ricordarla nel cartello con scritto "Home sweet home" in cucina, un cartello orribile, concordo. Aprii la cassaforte ma era vuota (ma va?), rinunciai allora alla cerca, salutando mio cugino e andando a dormire, rioccupando la mia casa.
Ovviamente non poteva finire lì, senza colpo di scena finale. Quindi ecco entrarmi in casa un russo psicopatico con in mano un'accetta, fermamente deciso a farmi sentire accettato dalla comunità: purtroppo per lui era anche un pirla. Usando la cintura modello frusta alla Indiana Jones lo disarmai, e passai i successivi 30 minuti a minacciare i suoi testicoli con la sua stessa accetta tentando di farmi dire chi era, che cazzo voleva e perché non potevo dormire in pace una buona volta.


Come se l'avessi invocata la sveglia ha posto fine al film notturno..