lunedì 4 marzo 2013

Correte, figli di puttana!

Bam, ti risvegli in uno spazio aperto, sole e aria fresca primaverile, al centro di quello che a prima vista sembra uno stadio olimpico abbandonato da decenni. Sei su un prato rigoglioso e vedi le statue e le gradinate attorno a te assaltate e conquistate dai rampicanti e dall'erba.
Volti e figure umane oscurano la tua visuale, lentamente inizi a ricordare: l'incidente, le persone che sparivano senza lasciare traccia, la solitudine e poi l'incontro con gli altri sopravvissuti.

Poi la fuga, scappare dall'ignoto e dalla desolazione delle grandi città, fino a questo prato di campagna e a questo stadio olimpico in mezzo al nulla, questo residuo di tempi passati dove la vita sembra più semplice, ma se ci pensi bene ti rendi conto che è sempre la stessa storia.

I tuoi compagni ti aiutano ad alzarti, non ti fidi fino in fondo di loro, come potresti, li conosci da così poco, sembrano tutti spaventati, deboli e senza speranze; i tuoi amici di una vita sono scomparsi, i tuoi genitori sono scomparsi, tutte le tue figure di riferimento sono scomparse. Ti risvegli e ti rendi conto che è come essere tornati ragazzi, quando credevi di poter contare solo su te stesso e che ogni altra persona aspettava qualcosa da te.

In piedi dunque, a grandi passi sali i gradoni dei posti a sedere, in cima alle gradinate per vedere l'obiettivo, per studiare la prossima mossa; guardi verso nord e la verità ti colpisce come uno schiaffo in piena faccia. Siete alla fine di un promontorio, solo il mare vi aspetta dopo soli pochi km di terreno pianeggiante e nessuno si era accorto di nulla.

E allora via di nuovo, si torna indietro, verso l'interno, inseguiti dai mostri senza nome e senza volto che sono sempre alla distanza di un respiro dietro a voi.
Via, verso i labirinti sotterranei delle città, dove la luce e poca e ci si perde facilmente.
Via, verso i rifugi degli altri sopravvissuti, dove ombre di uomini ti fermano dal buio chiedendoti di dimostrare la tua umanità o morire.

E dove il tuo piccolo gruppo si disperde in organizzazioni più grandi, più che ansiosi di dimenticare il periodo in cui erano così spaventati e impauriti da essersi lasciati guidare da un ragazzino qualunque, che ora tornerà ad essere solo un numero in un mondo più grande di lui.