venerdì 8 febbraio 2013

Ready Player One!

Ieri sera ho finito il libro "Player One" di Ernest Cline. Mi era stato consigliato per via della geekaggine ti tutto quanto ma alla fine l'ho trovato deludente.

Siamo nel magico futuro dove tutto è a puttane perché ci siamo fumati il petrolio, quindi povertà, crisi energetica e balle varie. MA! Nei mitici anni '80 uno di quei geni nerd della prima ora ha dato il via ad una software house per videogames, fino ad approdare nel mitico OASIS.

Fondamentalmente è un MMORPG + Second Life + qualcosa d'altro. Quindi ci sono milioni di persone attaccate con visori di realtà virtuale a questo sistema OASIS che studiano, giocano, fanno missioni, lavorano e chi più ne ha più ne metta.

Un gran brutto giorno il creatore di OASIS muore e lascia un video testamento in cui annuncia la presenza di un Easter Egg da lui programmato personalmente all'interno del gioco: chi troverà le tre chiavi e supererà le prove erediterà la sua fortuna di svariati miliardi di dollares.

Dal momento del testamento migliaia di persone, chiamate Egg Hunters, poi abbreviato in Gunters, danno il via alla caccia all'Egg, da soli o in clan, sempre avversari dei dipendenti della mega multinazionale cattiva IOI che vuole appropriarsi di OASIS per trarne profitto.

Essendo una roba totalmente malata, le prove dell'Egg sono nascoste da indovinelli basati sulla cultura pop e geek degli anni 80, quindi questa caccia al testamento porta ad un totale revival del periodo.

Il libro segue le vicende di Parzifal, un semplice ragazzo delle superiori, che quasi per caso dopo 5 anni di infruttuose ricerche trova il primo indovinello. L'autore mostra il mondo tramite i suoi occhi, racconta come funziona OASIS e cosa è possibile fare, come si può vivere all'interno di quel sistema.

E fin qui idea interessante, già vista sicuramente ma ci sono delle buone novità in effetti.
MA! Perché c'è sempre un ma.

Lo stile di scrittura è pessimo. Per buona parte del romanzo tutto ciò che succede viene raccontato da Parzifal, con capacità descrittive molto limitate. Si limita a dire "La scuola virtuale era un ambiente fantastico, con pavimenti di marmo e colonne". Uhm, a certo, ora sì che riesco a visualizzarmela. Oppure liquida certe ambientazioni con un semplice "La foresta era riprodotta in ogni minimo dettaglio, con un meraviglioso castello al centro": tutti sanno com'è fatto il castello meraviglioso, vero?

Stesso discorso vale per la descrizione di OASIS. Nel momento in cui si costruisce un universo, reale o virtuale che sia, non si possono liquidare le sue caratteristiche come se nulla fosse. Non basta dire "Quella era una zona PvP con la possibilità sia di magia che di tecnologia". Che cazzo vuol dire?
Cioè uno ci arriva che si possono prendere a calci in culo altri giocatori usando sia lanciamissili che palle di fuoco, ma all'atto pratico, descrivi no? Si sta creando un universo devastante dove è possibile fare miliardi di cose, e le uniche attività descritte nel dettaglio sono le lezioni scolastiche e le prove per l'Egg. BASTA!

Anche la super battaglia finale rimane solo un confuso scontro tra 5 stronzi, con contorno di "ed il super raggio che aveva mancato tizio continuò la sua corsa facendo fuori centinaia di PG minori". Ahah.

Il tutto è lasciato molto fumoso, approssimativo, poco o mal descritto. Anche i personaggi sono abbastanza stereotipati, è possibile inquadrarli subito e capire come agiranno sin dall'inizio.
Senza contare la profondità di trama inesistente nello scontro tra la malvagia multinazionale che vuole snaturare il software buono e la comunità di utenti che vogliono solo il bene. Una roba del tipo Microsoft cattiva perché costa mentre i linuxari sono buoni perché vogliono tutto gratis.

Ecco, alla fine della fiera è proprio questo. La superficialità del tutto. Ed è un peccato, perché l'idea in fondo era buona! Le citazioni dagli anni 80 e la caccia all'Egg erano divertenti ed anche la nuova tecnologia fa sempre piacere. Ma se si costruisce un universo così vasto e potente bisogna anche saperlo gestire, non si può semplicemente buttare lì un po' di cose fiche man mano che vengono in mente e farne su un libro. Perché poi in questo caso saltano fuori ripetizioni infinite, contraddizioni nelle azioni dei personaggi, scene quantomeno ridicole e chi più ne ha più ne metta.

In conclusione: carina l'idea, pessima la realizzazione. Sconsigliato.