martedì 5 febbraio 2013

La dura vita del non programmatore

Nelle ultime settimane ho sperimentato un tipo di lavoro che proprio non mi si addice. Per motivi vari ed eventuali è un po' che ogni due per tre salta fuori una mail da leggere, una specifica da verificare, un documento da scrivere ed alla fine l'ovvia riunione di avanzamento del lavoro. Ora non so come siete abituati voi, ma io sono un programmatore, un brutale, bieco, asociale e ringhiante essere che piuttosto che parlare di persona usa la chat di skype anche da una stanza con l'altra, e che in mancanza di un contatto skype manda una mail.
Sono lavorativamente felice quando ho le mie specifiche, il progetto avviato, già in testa i prossimi 10 passi per arrivare all'obiettivo e posso passare le mie giornate prestando sui tasti della tastiera in un linguaggio che solo pochi altri possono capire: non è l'inglese BTW.

Quindi potete immaginare quanto poco mi sia congeniale questo periodo di infinita discussione e produzione di "contenuti" che mai sono definitivi e andranno comunque ridefiniti tra qualche giorno.

Come conseguenza, inoltre, arrivo a fine giornata con la netta sensazione di non aver combinato una beata minchia, con la lista dei miei task tecnici che non scende mai e che mi deprime ogni mattina quando accendo il pc, perché sono tutte minchiate eppure non riuscirò a farle!

Se in più consideriamo che nei prossimi giorni dovrò studiare un botto di roba e che quindi ogni minima interruzione mi farà perdere 10 minuti solo in concentrazione, penso che arriverò a fine settimana completamente bruciato, in barba ai miei intenti di studio del sabato mattina.

Quindi vi prego.. Cercate se possibile di non scassarmi troppo le palle..