martedì 8 novembre 2011

Giornalismo questo sconosciuto..

Ma perché? No, vabbè, qualcuno mi spieghi perché! Perché ad ogni costo si vuole tirare fuori la parte più becera e autoritaria di me, quella che invoca repressioni e stermini ogni pié sospinto contro tutto e tutti, compresi regni animale, vegetale, ma soprattutto minerale (Non avete idea di come lavorino più duramente le cave di marmo dopo una bella frustata).
Nello specifico oggi (e pure ieri) ce l'ho con i giornalisti: spesso si sente invocare una sorta di regolamentazione per i blogger, dicendo che non hanno un ordine, non sono facilmente soggetti alle leggi anti diffamazione, che è difficile rintracciare chi effettivamente è dietro la tastiera e altre cose simili. Non voglio entrare più di tanto nel merito della questione, voglio solo dire: "Hey chi se ne fotte!". Sono (siamo) blogger, quello che si legge su un blog non è oro colato, non è verità, se ora scrivo "Obama è omosessuale" non do nessuna garanzia che sia vero; una delle posizioni a favore della regolamentazione dei blog è "la quantità di persone raggiungibili dal mezzo telematico", ma la maggior parte dei siti ha uno share minimo (ovviamente il mio è meno di zero, ma sticazzi), è un po' come mettersi ad un angolo di strada con un cartello con scritto la succosa news su Obama. Certo, se invece che in un posto a caso ci si riesce a mettere in stazione Centrale a Milano o in Piazza Duomo il numero di persone raggiunte è superiore ma questa è un'altra storia.
Quelli che mi stanno davvero sulle palle sono i giornalisti veri, quelli regolarmente iscritti all'albo e cazzi e mazzi, perché loro SI che dovrebbero verificare le fonti, loro SI dovrebbero essere credibili, loro SI che influenzano l'opinione pubblica, loro SI dovrebbero essere autorevoli. Invece una beata minchia! 
Ancora ancora quelli della carta stampata, anche solo per il fatto che esite un certo tempo tecnico tra l'ora in cui la notizia esce, quando l'articolo viene scritto e quando avviene la pubblicazione; le cose fanno a tempo a consolidarsi un minimo e a definirsi meglio, spesso è più difficile scrivere minchiate galattiche.
Ma quelli che lavorano alle redazioni web sono davvero terribili: nella loro corsa alla prima pubblicazione inseguono non-notizie e voci raccattate sul web, a strascico. Qualunque pettegolezzo, qualunque cazzata, qualunque gruppo o commento o nota su Facebook condivisa da più di 10 persone si becca un posto su nonSonoUnGiornalistaMaUnBuffone.it.
E quando tutto si rivela una gran cazzata non rettificano nulla, loro, rimuovono la notizia (con calma eh) e via andare.
Questi sono il male dell'informazione online, non i blogger: i blogger scrivono castronerie, ma sono questi "giornalisti" a elevarle al rango di verità assoluta, in virtù della loro pubblicazione sul portale di grandeAnticoEfamosoGiornaleAutorevole.it
Oltre all'utilizzo sensazionalistico dei titoli:

IL PREMIER SI DIMETTE
dice un tizio a caso su Facebook

Ma dov'è la serietà? Non si rendono conto queste persone di stare buttando nel cesso "l'onorabilità" della loro professione, di creare anche vere e proprie bufere online e spesso anche danni materiali alle persone?
Certo che se ne rendono conto, se non loro lo stuolo di avvocati che hanno appresso.
Allora sì, su di loro invoco sventura e distruzione, che i loro server collassino, che gli esplodano i computer e che perdano sempre l'esclusiva a favore del giornale più sfigato del web. E non mi si venga a parlare di libertà di stampa, di giornalisti che rischiano o hanno rischiato la vita per il loro mestiere ed altre cazzate del genere, perché quelli in pericolo di vita o quelli che lottano per la libertà di stampa sono di ben altra pasta rispetto a 4 stagisti che lurkano mezzo web in attesa di informazioni scabrose.
E vaffanculo.