martedì 27 settembre 2011

Le ricette per l'Italia

Da diverso tempo ormai sui mezzi di informazione non si sente parlare d'altro che di economia, crisi, default, oltre alle consuete fregnacce su chi si sarebbe scopato il Premier ed i commenti di chi è scandalizzato da queste inaudite attività.
Ed io mi sono rotto i coglioni.
Si parla sempre più spesso di ricette per l'Italia per uscire dalla crisi, di manovre, manovrine, manovrette, riforme e quant'altro, ma ogni tentativo viene snaturato e ridotto ad un ombra di se stesso dal parlamento e dagli accordi interpartitici.
La versione moderna del mercato della domenica

Per come la vedo io l'Italia è come una gigantesca zuppa, per rimanere nella metafora culinaria, con tantissimi ingredienti, così tanti e così diversi che alcuni di loro danno davvero un saporaccio al tutto; ogni cuoco che passa annuncia di voler mettere a posto quella zuppa e di voler togliere i cattivi ingredienti, ma per un motivo o per l'altro non riesce nel suo intento, e non vuole riuscire! Altrimenti tutti gli aiuto-cuochi con cui si circonda non avrebbero più lavoro, e se la prenderebbero con lui.

Quindi non fa altro che aggiungere altri ingredienti, sperando di coprire il sapore di quelli vecchi con nuovi profumi e aromi; ovviamente quelli da eliminare resteranno ancora attivi mentre i nuovi componenti spesso finiscono per non legarsi con il resto della zuppa, andando a generare altre parti da eliminare.

Dopo decenni di cuochi, aiuto-cuochi, sguatteri, camerieri, cambi di gestione, etc, si arriva al punto in cui il cliente chiede conto della maledetta zuppa, che ha ordinato ormai secoli prima, e quindi che succede?
Che la cucina va in panico, e sono tutti a sbraitare e strepitare come cornacchie dandosi le colpe l'uno con l'altro.
Sì, ho cercato una zuppa con un pessimo aspetto volontariamente
Io credo che qualunque cosa faccia il personale ora sia pressoché inutile, o il cliente mangia la zuppa e fa almeno finta di gradirla, o se ne andrà dal ristorante infuriato per l'attesa ed il pessimo servizio (sconsigliando a tutti i suoi amici il posto), oppure rovescerà il tavolo e brucerà tutto.

La prima opzione mi pare alquanto ottimistica, e non cambierebbe le cose in cucina: anzi, c'è il rischio che lo staff si inorgoglisca e si convinca che la zuppa sia buonissima per volontà divina, mantenendola la merda che è.
La seconda opzione mi pare la più verosimile, buona parte del mondo ci sfanculerà, il ristorante verrà declassato terribilmente e saremo costretti a svendere le pentole della cucina per campare.. Probabilmente verremo rilevati da una famiglia cinese con una borsa di cartone piena di soldi.
La terza opzione è la più inverosimile, ormai non si distruggono più i ristoranti come una volta..

Questa mi pare sia la situazione, più o meno. Come ne usciamo? Non ne usciamo, il cliente vuole la zuppa ora, si potrebbe ancora riparare senza tutto il casino che c'è in cucina.
Cosa mi piacerebbe? Mi piacerebbe vedere entrare in cucina un tipo come Gordon Ramsay, non un inglese, ma un pazzo furioso che prenda a calci tutti, assaggi la zuppa, vomiti, la butti nel cesso e ricominci da capo.

Ricominciare da capo, nuova cucina, nuovi dipendenti, nuova gestione, nuova zuppa. Ma senza un bel po' di calci in culo e martellate non si potrà fare, e no, qui ci vuole uno con le palle che comandi l'opera di distruzione e ricostruzione, non credo proprio che il comitato autogestito dei liberi pensatori di stocazzo riuscirebbe a fare qualcosa.

Abbandoniamo la metafora, prima che qualcuno pensi davvero che io stia parlando di zuppe e cucine. Siamo quasi fottuti, ma non vedo le condizioni perché possiamo salvarci da questa prossima sodomizzazione.
Quello che ci vorrebbe è una distruzione totale e ricostruzione, sarà dolorosa, sanguinolenta, farà sparire posti di lavoro, risparmi, sicurezza e vite, ma con l'uomo giusto si potrà sperare di ricostruire da capo, più efficientemente. E no, ripeto NO, non ci credo manco per le palle che tutte queste operazioni le faranno comitati civici, grilli, circoli 5 stelle o altre boiate populisto-democratiche del genere.
Qui ci vuole un CAPO, uno sveglio che sia in grado di dare ORDINI, è l'unico modo per avere la fermezza necessaria alla ricostruzione.
Ma questa persona io non la vedo ancora..