martedì 19 aprile 2011

Nine, macchine, pupazzi e un prete maledetto

Ieri sera mi sono deliziato nella visione del film "9", prodotto da Tim Burton. La vicenda è molto semplice, i robot e l'umanità si sono ammazzati a vicenda, la terra è un bel deserto a parte per questi piccoli pupazzetti semi-robotici e "La Bestia" una specie di cane robot assassino. Ovviamente poi tutto si complica ma è veramente piacevole da vedere.

Punto di forza del film è sicuramente l'ambientazione: la città distrutta evoca un'atmosfera industriale veramente affascinante; non si parla di vetro e plastiche, come si sarebbe portati a pensare in caso di futuro e robottoni, ma di acciaio e cemento, ingranaggi, ruggine e sbuffi di vapore, la tecnologia pare presa pari pari dal 1930, se non fosse per la robotica ed altre cosucce. Il riferimento incidentale al "Dittatore", le forme dei bombardieri nei ricordi dei pupazzetti, l'aspetto della città dopo il bombardamento, tutto urla "Germania! Germania! Germania!" a tutta potenza, anche se la citazione si ferma al livello di ambientazione.

Passiamo ai pupazzetti, sono 9, appunto, e si chiamano per numero. L'ultimo è anche il protagonista, ma gli 8 precedenti sono ognuno un mondo a parte con caratteristiche proprie, semplificazioni dell'animo umano. Posso dire che ognuno di loro incarna un sentimento, una caratteristica umana: ad esempio 1 è il potere e la paura della conoscenza e della ricerca tipica del conservatorismo, 2 al contrario è lo spirito scientifico e ricercatore, 7 è lo spirito guerriero, 6 è l'anima sognante è pazzoide e così via.
9, il protagonista, è un po' la summa di tutto questo, l'emanazione diretta del loro creatore.

E' un film piacevole, non molto lungo ma senza un punto morto e con un buon ritmo. Lo svolgersi della vicenda non è originalissimo però niente di troppo banale.
Da vedere, insomma.

Voto: 8