Giunge alfine l'ora del breve resoconto delle mie avventure spagnole. Cercherò di scrivere poco e bene, poiché molto è stato vissuto ma il rischio di trasformare una bella esperienza in una serie di aneddoti sconclusionati è alto.
A prescindere dal mio odio totale per gli aeroporti (badate bene io adoro gli aerei ed il volo, ciò che odio è proprio il caos e l'umanità degli aeroporti) ho passato 8 giorni bellissimi. Ho scoperto Madrid, città moderna, pulita, ampia, profumata, tecnologica, bella e vivibile.
Ho amato da subito Madrid, già dall'odore dell'aria che ho trovato nella media periferia, dov'era situato il mio albergo. Il centro, il Paseo del Prado, Plaza Mayor, Plaza de Espana, Gran Via, Calle della Cava Baja, ho girato in lungo ed in largo il centro città per immergermi appieno nella vita diurna e notturna madrilena: ne sono uscito con un sorriso ebete sulla bocca, aperta per lo stupore come fossi un bambino.
Toledo ha solleticato la mia intima passione per le armi da taglio, ogni angolo della città brulica di lame scintillanti, più o meno affilate, che invocano a gran voce di essere toccate, afferrate, brandeggiate e portate fuori dal chiuso del negozio, all'aria aperta. Purtroppo ho potuto limitarmi solo ad una di loro, molto bella a mio parere, il mio Jeronimo.
Barcelona mi ha invece lasciato un po' con l'amaro in bocca: sicuramente influenzato da alcuni avvenimenti, un brutto raffreddore, problemi col bancomat, ritardi in areoporto, ad esempio, ne devo dare un giudizio negativo. Barcelona puzza, puzza di smog e di città trafficata, puzza di rifiuti e gente che cammina spasmodicamente avanti e indietro per queste Ramblas come fossero la cosa più bella del mondo. Caotica, disorganizzata e vorticante non mi ha proprio lasciato una bella impressione: al contrario di Gaudì, il pazzo psicopatico che ha costruito mezza città in una serie di palazzi e architetture fantastiche, il caos di Barcelona è propriamente distruttivo, è un vortice spento e morente, che si trascina sull'onda di una reputazione e di ciò che il resto del mondo si aspetta dalla capitale della Catalunya, ma nulla par vero, tutto artificioso, come una posa.
In ogni caso nel complesso una meravigliosa incursione spagnola, scandita dai ritmi latini, dai buoni profumi e da ottime jarras di cerveza, da acciaio e camminate lunghissime nella frizzante aria madrilena e sotto il solo della Catalunya.
Madrid es Madrid, e presto vorrò farci ritorno..