La squadra di
avventurieri ritornò velocemente al piccolo villaggio, per
riscuotere la meritata ricompensa e porre finalmente la parola fine
su quella terribile avventura.
Si recarono quindi a
rapporto da Nir, per consegnare i tre funghi recuperati nella grotta:
in quella occasione scoprirono che Nir soffriva della stessa malattia
del padre di Atsuma, era consumato dall’utilizzo di magie arcane;
Johan e Atsuma utilizzarono i funghi per preparare una pozione
lenitiva per l’elfo.
Dopo aver bevuto la
pozione Nir si sedette comodo sul suo scranno, li fece sedere di
fronte a sé ed attese pazientemente il rapporto sulla missione; dopo
aver riflettuto brevemente sull’accaduto raccontò agli
avventurieri una storia antica... Raccontò di una terribile guerra
tra esseri infernali e celestiali, combattuta proprio nelle lande del
Sud in un’epoca perduta nel tempo. Tra gli infernali vi era un
demone lupo, una macchina da guerra che si nutriva di bambini e che
era una vera e propria spina del fianco per gli eserciti celestiali.
La domanda sorse
spontanea, perché la piovra giocava con la magia legata ad un essere
tanto terribile?
Gli avventurieri
mostrarono ad Nir i manufatti che avevano recuperato nella sede della
piovra, e l’elfo acquatico poté identificare il tomo magico da
loro trovato come l’antichissimo libro di Morden Kainen. Tuttavia
il volume era protetto da potenti incantesimi e sarebbe stato un
lungo lavoro riuscire ad aprirlo.
Accantonati quei mistici
oggetti Nir li aggiornò sulla loro nuova missione; avrebbero dovuto
raggiungere la città di Farrosh nel profondo Sud e recuperare le
pagine magiche che la Piovra aveva sottratto. La guerra contro gli
Yuan Ti andava male, ed i notabili di mezzo sud stavano cercando di
costruirsi una via di uscita unendo le loro famiglie con la migliore
nobiltà del continente di Q, per garantirsi un esilio dorato in caso
di sconfitta.
Ai tre uomini (ed un
elfo) sarebbero stati consegnati dei lasciapassare con scritto che
avrebbero lavorato nel palazzo nobiliare in occasione delle nozze del
Nobile Mis’ef, il figlio del padrone della città, con la
principessa Sheena del continente di Q.
Il piano era penetrare
tramite quei lasciapassare nel palazzo e raggiungere il magazzino
della sede locale della Piovra tramite i tunnel dei nani su cui
Farrosh è stata costruita. Gli unici due ingressi certi a quei
tunnel erano appunto nel palazzo nobiliare e nel magazzino. Dopo aver
definito compiti, equipaggiamento e ricompense Nir congedò i nostri
eroi, che ritornarono all’elfo spugna per la notte.
Mentre Johan si attardava
presso Nir, Atsuma decise di andare a fare acquisti per ritemprare le
sue scorte di proiettili. Qui ebbe un incontro ravvicinato con la
proprietaria del negozio “Item”, una vecchia acida razzista. Dopo
una serie di frasi simpatiche quali “Immigrato!”, “Cosa ci fai
qui orecchie a punta? Ci rubi il lavoro?”, “Cosa cerchi? Un
gommone per tornare a casa?”, “Qua uno si distrae un attimo, voi
arrivate con le vostre orecchiuzze, vi scopate un po’ tutti e ci
riempite il villaggio di mezzelfi”, Atsuma riuscì a recuperare
quello che cercava e ritornò all’Elfo Spugna.
Nel frattempo alla
locanda un gruppo di guerrieri piuttosto alticci decise di stuzzicare
Odhin e Unghart: iniziò come una scena già vista mille volte,
pessime battute, un paio di spintoni, qualche parola di troppo e...
“E tu che fai tanto
l’eroe chi sei? Da dove vieni?” “Dall’Ovest, merda!” e la
fronte di Odhin scese a maciullare il setto nasale di un imbecille.
La rissa venne presto sedata dall’Elfo Spugna in persona, il
barista, che chiuse la questione piantando un quadrello di balestra
nella gola di un imbecille.
Raggiunti da Atsuma e da
Johan, anche il monaco ed il guerriero decisero di andare a coricarsi
in vista della partenza del giorno successivo.
Raggiunsero Farrosh il
giorno successivo, una grande città circondata da mura e con guardie
ovunque, una città addobbata a festa ma con evidenti segni di
povertà diffusa, causati anche dalla guerra in corso.
Atsuma si recò
nuovamente nel quartiere commerciale per recuperare dei fuochi
dell’alchimista; fuori da un negozio fu intercettato da dei loschi
figuri, che con l’inganno lo portarono all’interno del negozio.
Dopo qualche discreta domanda al commerciante Atsuma si rese conto
della trappola in cui l’avevano attirato, principalmente perché il
gestore del negozio impazzì ed iniziò a raccontare nei minimi
dettagli la loro consumata tecnica di truffa ed estorsione.
Dopo una breve
colluttazione Atsuma e Black, terzo del suo nome, riuscirono ad
eliminare gli avversari, ed ottennero anche dei fuochi
dell’alchimista gratuitamente dal terrorizzato commerciante.
Una volta riuniti con il
resto del gruppo il problema dell’ingresso nel palazzo nobiliare si
fece sempre più pressante: anche se tutti erano in possesso di
lasciapassare per i magazzini del palazzo, quattro manovali armati
fino ai denti avrebbero comunque destato non pochi sospetti. Johan
decise di andare al tempio a pregare il suo dio, portando Black,
terzo del suo nome, con sé. In ogni caso il valoroso lupo non
sarebbe mai riuscito ad entrare nel magazzino inosservato. Odhin,
Atsuma ed il monaco trippone nel frattempo decisero di andare a
caccia di informazioni alla taverna della sirena addormentata: se
fossero riusciti a trovare un complice all’interno del palazzo,
infatti, avrebbero potuto recuperare le armi una volta entrati.
Odhin decise d’impulso
che la verità era sicuramente la via migliore per arrivare al
successo, e quindi si alzò in piedi sopra un tavolo ed iniziò a
raccontare tutta la vicenda da quando Nir aveva affidato loro la
missione. Ecco, inutile dire che la verità durante una missione
SEGRETA è una cosa che è bene non divulgare... Fortunatamente
Atsuma riuscì a convincere le guardie lì presenti che il suo amico
era ubriaco e stava delirando, e tra una lusinga ed una battuta
riuscì anche a scoprire l’indirizzo del capo dei magazzinieri.
Di buon passo i tre
avventurieri raggiunsero la casa del vecchio Norman, questo era il
suo nome, che tirarono senza troppe remore giù dal letto. Nonostante
il rincoglionimento della sveglia presto ed i postumi di una sbronza
colossale, non riuscirono a ricavare nessuna informazione da Norman,
che si insospettì quando Odhin recuperò da dietro un mobile una
lettera con una piovra verde sopra disegnata e li cacciò in malo
modo da casa.
Sconsolati i tre uomini
si diressero di nuovo verso la sirena addormentata, ormai rassegnati
a dover tentare di entrare a palazzo con le armi nascoste in qualche
baule o carro, con il forte rischio di subire un’ispezione. Lungo
la strada assistettero allo spettacolo di un gruppo di bardi, in
grado di suonare una melodia così celestiale da distrarre tutti
quelli che la sentivano, passanti, guardie, nobiluomini, tutti! Se
fossero riusciti ad entrare nel magazzino nel momento in cui quei
bardi passavano davanti all’ingresso sarebbero probabilmente
riusciti ad entrare inosservati!
Mentre discutevano
animatamente di queste faccende furono raggiunti da un ragazzino,
molto agitato, che parlava di un lupo e di un chierico in pericolo, e
li esortava a seguirli. Unghart si insospettì e prese a minacciare
il ragazzino, sotto lo sguardo inorridito di Atsuma. Ma il monaco
sapeva il fatto suo, ed in breve tempo il ragazzino piagnucolando li
informò della trappola che li aspettava. Il commerciante che aveva
aggredito Atsuma li stava aspettando in un vicolo, in compagnia di
tre orchi con asce da battaglia!
Per nulla intimoriti dal
nemico estrassero le armi ed in breve tempo spazzarono via quelle
merde pelle verde con pochi colpi di lama, membra di orco volarono da
ogni parte ed ondate di sangue scivolarono lungo il vicolo ed
imbrattarono i muri delle case lì attorno. Al termine di tutto,
Atsuma con fare sprezzante lanciò uno dei fuochi dell’alchimista
sul terrorizzato commerciante, che esplose in un urlo di fiamma e
morì.
Tutto quel trambusto
attirò la guardia cittadina, che alla vista della strage decisero
immediatamente di arrestare il terzetto di avventurieri a scanso di
equivoci. Dopo qualche ora passata in cella li raggiunse il capitano
delle guardie che avevano conosciuto alla Sirena Addormentata. Grazie
all’abilità di Atsuma con le parole riuscirono a convincere
l’ufficiale riguardo alla loro legittima difesa, e con un ulteriore
sforzo di dialettica ottennero di venire scortati fino all’interno
del magazzino del palazzo nobiliare con le proprie armi, visto l’alto
numero di nemici che si erano già creati in città.
Nel magazzino ritrovarono
Johan; preoccupato per la scomparsa dei suoi amici aveva girato per
il palazzo alla loro ricerca ed era riuscito a scoprire l’ubicazione
dell’ingresso segreto al sottosuolo, ed altre interessanti
informazioni. Pareva che il nobile marito stesse molto male, e si
diceva fosse stato avvelenato; altri invece si domandavano chi fosse
un nobile di nome Raas che aveva regalato una statua d’oro di un
cobra alla principessa Sheena.
Mentre gli avventurieri
consumavano un veloce pasto, iniziarono a sentire una melodia
dolcissima e soporifera. Odhin ed Unghart presto cedettero al sonno;
Atsuma e Johan, sebbene leggermente intontiti, non persero
conoscenza. Videro così entrare i tre bardi che suonavano così
meravigliosamente durante il passaggio del corteo nuziale, ma ora
avevano ben altri pensieri in testa che non le feste e le danze: il
loro obiettivo era il passaggio segreto per i tunnel nanici e
avrebbero ucciso chiunque si fosse opposto.
Iniziò lo scontro,
ostacolato dalla magia di invisibilità che il bardo lanciò con il
suo ukulele. Atsuma venne gravemente ferito e la situazione sembrava
disperata nonostante almeno Odhin si fosse svegliato per unirsi allo
scontro, quando le corde del magico strumento si spezzarono
all’improvviso, e con esse anche la magia di invisibilità. Senza
la protezione del soprannaturale uno dei guerrieri venne fatto a
pezzi dalla spada di Odhin, e gli altri fuggirono più veloci del
vento.
Ma il rumore dello
scontro aveva attirato le guardie del palazzo ed i quattro non
poterono fare altro che fuggire nel passaggio segreto prima di
barricarne l’ingresso.
I tunnel sotto la città
erano un posto tetro e puzzolente, con scritte naniche ovunque e la
certa presenza di Grimlocks e altri mostri malvagi del genere. Il
gruppo camminò per diverso tempo, fino a trovare un cancello di
ferro sulla loro strada: esasperato dai continui ostacoli sul loro
cammino Odhin sferrò un calcio alla serratura che si sbriciolò
sotto la sua forza! La porta cedette dunque, con un certo disappunto
di Johan che aveva nel frattempo trovato il pulsante per aprirla
senza problemi...
Raggiunsero una specie di
piazza in cui si potevano notare due strade opposte ed una grande
porta centrale. Rumori di passi, di grugniti, versi non umani
iniziavano a pervadere l’aria; in attesa nel buio sembravano in
agguato orrori di ogni sorta!
Mentre il gruppo rimaneva
in attesa di un attacco, un gruppo di quattro Grimlocks riuscì ad
avvicinarsi di soppiatto agli eroi, attaccando il monaco di sorpresa
e ferendolo gravemente. L’ira dei suoi compagni fu crudele e
feroce, Odhin mise tutta la sua furia per essere stato tratto in
inganno in una tecnica di spada, dividendo letteralmente a metà uno
degli avversari, ma anche Atsuma e Johan non furono da meno ed in
breve tempo i quattro nemici divennero quattro cadaveri. Ma la
situazione non era migliorata di molto, dall’ombra i rumori erano
moltiplicati, pareva che interi eserciti di Grimlocks fossero in
procinto di attaccare da ogni direzione e loro sarebbero stati presi
nel mezzo.
La porta era l’unica
via di fuga! Sfondarono la porta al centro della piazza ed iniziarono
a scendere le scale che trovarono dietro di essa, trascinandosi
dietro, con molta fatica, il monaco obeso ferito. La base delle scale
era rovente; rumori di fiamma e temperature altissime li attendevano
in una serie di costruzioni di bronzo. Su di un trono sedeva un Azer,
una creatura di fuoco di un altro piano, intento a sfogliare un libro
miniato in metallo; dietro di esso una statua di un drago di bronzo
giaceva al suolo, Atsuma per un istante pare vedere la statua
muoversi…