lunedì 15 ottobre 2012

Ma gli orchi esplodono in natura?


La squadra di avventurieri ritornò velocemente al piccolo villaggio, per riscuotere la meritata ricompensa e porre finalmente la parola fine su quella terribile avventura.

Si recarono quindi a rapporto da Nir, per consegnare i tre funghi recuperati nella grotta: in quella occasione scoprirono che Nir soffriva della stessa malattia del padre di Atsuma, era consumato dall’utilizzo di magie arcane; Johan e Atsuma utilizzarono i funghi per preparare una pozione lenitiva per l’elfo.
Dopo aver bevuto la pozione Nir si sedette comodo sul suo scranno, li fece sedere di fronte a sé ed attese pazientemente il rapporto sulla missione; dopo aver riflettuto brevemente sull’accaduto raccontò agli avventurieri una storia antica... Raccontò di una terribile guerra tra esseri infernali e celestiali, combattuta proprio nelle lande del Sud in un’epoca perduta nel tempo. Tra gli infernali vi era un demone lupo, una macchina da guerra che si nutriva di bambini e che era una vera e propria spina del fianco per gli eserciti celestiali.
La domanda sorse spontanea, perché la piovra giocava con la magia legata ad un essere tanto terribile?

Gli avventurieri mostrarono ad Nir i manufatti che avevano recuperato nella sede della piovra, e l’elfo acquatico poté identificare il tomo magico da loro trovato come l’antichissimo libro di Morden Kainen. Tuttavia il volume era protetto da potenti incantesimi e sarebbe stato un lungo lavoro riuscire ad aprirlo.

Accantonati quei mistici oggetti Nir li aggiornò sulla loro nuova missione; avrebbero dovuto raggiungere la città di Farrosh nel profondo Sud e recuperare le pagine magiche che la Piovra aveva sottratto. La guerra contro gli Yuan Ti andava male, ed i notabili di mezzo sud stavano cercando di costruirsi una via di uscita unendo le loro famiglie con la migliore nobiltà del continente di Q, per garantirsi un esilio dorato in caso di sconfitta.
Ai tre uomini (ed un elfo) sarebbero stati consegnati dei lasciapassare con scritto che avrebbero lavorato nel palazzo nobiliare in occasione delle nozze del Nobile Mis’ef, il figlio del padrone della città, con la principessa Sheena del continente di Q.

Il piano era penetrare tramite quei lasciapassare nel palazzo e raggiungere il magazzino della sede locale della Piovra tramite i tunnel dei nani su cui Farrosh è stata costruita. Gli unici due ingressi certi a quei tunnel erano appunto nel palazzo nobiliare e nel magazzino. Dopo aver definito compiti, equipaggiamento e ricompense Nir congedò i nostri eroi, che ritornarono all’elfo spugna per la notte.

Mentre Johan si attardava presso Nir, Atsuma decise di andare a fare acquisti per ritemprare le sue scorte di proiettili. Qui ebbe un incontro ravvicinato con la proprietaria del negozio “Item”, una vecchia acida razzista. Dopo una serie di frasi simpatiche quali “Immigrato!”, “Cosa ci fai qui orecchie a punta? Ci rubi il lavoro?”, “Cosa cerchi? Un gommone per tornare a casa?”, “Qua uno si distrae un attimo, voi arrivate con le vostre orecchiuzze, vi scopate un po’ tutti e ci riempite il villaggio di mezzelfi”, Atsuma riuscì a recuperare quello che cercava e ritornò all’Elfo Spugna.

Nel frattempo alla locanda un gruppo di guerrieri piuttosto alticci decise di stuzzicare Odhin e Unghart: iniziò come una scena già vista mille volte, pessime battute, un paio di spintoni, qualche parola di troppo e...
“E tu che fai tanto l’eroe chi sei? Da dove vieni?” “Dall’Ovest, merda!” e la fronte di Odhin scese a maciullare il setto nasale di un imbecille. La rissa venne presto sedata dall’Elfo Spugna in persona, il barista, che chiuse la questione piantando un quadrello di balestra nella gola di un imbecille.

Raggiunti da Atsuma e da Johan, anche il monaco ed il guerriero decisero di andare a coricarsi in vista della partenza del giorno successivo.

Raggiunsero Farrosh il giorno successivo, una grande città circondata da mura e con guardie ovunque, una città addobbata a festa ma con evidenti segni di povertà diffusa, causati anche dalla guerra in corso.
Atsuma si recò nuovamente nel quartiere commerciale per recuperare dei fuochi dell’alchimista; fuori da un negozio fu intercettato da dei loschi figuri, che con l’inganno lo portarono all’interno del negozio. Dopo qualche discreta domanda al commerciante Atsuma si rese conto della trappola in cui l’avevano attirato, principalmente perché il gestore del negozio impazzì ed iniziò a raccontare nei minimi dettagli la loro consumata tecnica di truffa ed estorsione.
Dopo una breve colluttazione Atsuma e Black, terzo del suo nome, riuscirono ad eliminare gli avversari, ed ottennero anche dei fuochi dell’alchimista gratuitamente dal terrorizzato commerciante.

Una volta riuniti con il resto del gruppo il problema dell’ingresso nel palazzo nobiliare si fece sempre più pressante: anche se tutti erano in possesso di lasciapassare per i magazzini del palazzo, quattro manovali armati fino ai denti avrebbero comunque destato non pochi sospetti. Johan decise di andare al tempio a pregare il suo dio, portando Black, terzo del suo nome, con sé. In ogni caso il valoroso lupo non sarebbe mai riuscito ad entrare nel magazzino inosservato. Odhin, Atsuma ed il monaco trippone nel frattempo decisero di andare a caccia di informazioni alla taverna della sirena addormentata: se fossero riusciti a trovare un complice all’interno del palazzo, infatti, avrebbero potuto recuperare le armi una volta entrati.

Odhin decise d’impulso che la verità era sicuramente la via migliore per arrivare al successo, e quindi si alzò in piedi sopra un tavolo ed iniziò a raccontare tutta la vicenda da quando Nir aveva affidato loro la missione. Ecco, inutile dire che la verità durante una missione SEGRETA è una cosa che è bene non divulgare... Fortunatamente Atsuma riuscì a convincere le guardie lì presenti che il suo amico era ubriaco e stava delirando, e tra una lusinga ed una battuta riuscì anche a scoprire l’indirizzo del capo dei magazzinieri.

Di buon passo i tre avventurieri raggiunsero la casa del vecchio Norman, questo era il suo nome, che tirarono senza troppe remore giù dal letto. Nonostante il rincoglionimento della sveglia presto ed i postumi di una sbronza colossale, non riuscirono a ricavare nessuna informazione da Norman, che si insospettì quando Odhin recuperò da dietro un mobile una lettera con una piovra verde sopra disegnata e li cacciò in malo modo da casa.

Sconsolati i tre uomini si diressero di nuovo verso la sirena addormentata, ormai rassegnati a dover tentare di entrare a palazzo con le armi nascoste in qualche baule o carro, con il forte rischio di subire un’ispezione. Lungo la strada assistettero allo spettacolo di un gruppo di bardi, in grado di suonare una melodia così celestiale da distrarre tutti quelli che la sentivano, passanti, guardie, nobiluomini, tutti! Se fossero riusciti ad entrare nel magazzino nel momento in cui quei bardi passavano davanti all’ingresso sarebbero probabilmente riusciti ad entrare inosservati!

Mentre discutevano animatamente di queste faccende furono raggiunti da un ragazzino, molto agitato, che parlava di un lupo e di un chierico in pericolo, e li esortava a seguirli. Unghart si insospettì e prese a minacciare il ragazzino, sotto lo sguardo inorridito di Atsuma. Ma il monaco sapeva il fatto suo, ed in breve tempo il ragazzino piagnucolando li informò della trappola che li aspettava. Il commerciante che aveva aggredito Atsuma li stava aspettando in un vicolo, in compagnia di tre orchi con asce da battaglia!

Per nulla intimoriti dal nemico estrassero le armi ed in breve tempo spazzarono via quelle merde pelle verde con pochi colpi di lama, membra di orco volarono da ogni parte ed ondate di sangue scivolarono lungo il vicolo ed imbrattarono i muri delle case lì attorno. Al termine di tutto, Atsuma con fare sprezzante lanciò uno dei fuochi dell’alchimista sul terrorizzato commerciante, che esplose in un urlo di fiamma e morì.

Tutto quel trambusto attirò la guardia cittadina, che alla vista della strage decisero immediatamente di arrestare il terzetto di avventurieri a scanso di equivoci. Dopo qualche ora passata in cella li raggiunse il capitano delle guardie che avevano conosciuto alla Sirena Addormentata. Grazie all’abilità di Atsuma con le parole riuscirono a convincere l’ufficiale riguardo alla loro legittima difesa, e con un ulteriore sforzo di dialettica ottennero di venire scortati fino all’interno del magazzino del palazzo nobiliare con le proprie armi, visto l’alto numero di nemici che si erano già creati in città.

Nel magazzino ritrovarono Johan; preoccupato per la scomparsa dei suoi amici aveva girato per il palazzo alla loro ricerca ed era riuscito a scoprire l’ubicazione dell’ingresso segreto al sottosuolo, ed altre interessanti informazioni. Pareva che il nobile marito stesse molto male, e si diceva fosse stato avvelenato; altri invece si domandavano chi fosse un nobile di nome Raas che aveva regalato una statua d’oro di un cobra alla principessa Sheena.

Mentre gli avventurieri consumavano un veloce pasto, iniziarono a sentire una melodia dolcissima e soporifera. Odhin ed Unghart presto cedettero al sonno; Atsuma e Johan, sebbene leggermente intontiti, non persero conoscenza. Videro così entrare i tre bardi che suonavano così meravigliosamente durante il passaggio del corteo nuziale, ma ora avevano ben altri pensieri in testa che non le feste e le danze: il loro obiettivo era il passaggio segreto per i tunnel nanici e avrebbero ucciso chiunque si fosse opposto.

Iniziò lo scontro, ostacolato dalla magia di invisibilità che il bardo lanciò con il suo ukulele. Atsuma venne gravemente ferito e la situazione sembrava disperata nonostante almeno Odhin si fosse svegliato per unirsi allo scontro, quando le corde del magico strumento si spezzarono all’improvviso, e con esse anche la magia di invisibilità. Senza la protezione del soprannaturale uno dei guerrieri venne fatto a pezzi dalla spada di Odhin, e gli altri fuggirono più veloci del vento.
Ma il rumore dello scontro aveva attirato le guardie del palazzo ed i quattro non poterono fare altro che fuggire nel passaggio segreto prima di barricarne l’ingresso.

I tunnel sotto la città erano un posto tetro e puzzolente, con scritte naniche ovunque e la certa presenza di Grimlocks e altri mostri malvagi del genere. Il gruppo camminò per diverso tempo, fino a trovare un cancello di ferro sulla loro strada: esasperato dai continui ostacoli sul loro cammino Odhin sferrò un calcio alla serratura che si sbriciolò sotto la sua forza! La porta cedette dunque, con un certo disappunto di Johan che aveva nel frattempo trovato il pulsante per aprirla senza problemi...
Raggiunsero una specie di piazza in cui si potevano notare due strade opposte ed una grande porta centrale. Rumori di passi, di grugniti, versi non umani iniziavano a pervadere l’aria; in attesa nel buio sembravano in agguato orrori di ogni sorta!
Mentre il gruppo rimaneva in attesa di un attacco, un gruppo di quattro Grimlocks riuscì ad avvicinarsi di soppiatto agli eroi, attaccando il monaco di sorpresa e ferendolo gravemente. L’ira dei suoi compagni fu crudele e feroce, Odhin mise tutta la sua furia per essere stato tratto in inganno in una tecnica di spada, dividendo letteralmente a metà uno degli avversari, ma anche Atsuma e Johan non furono da meno ed in breve tempo i quattro nemici divennero quattro cadaveri. Ma la situazione non era migliorata di molto, dall’ombra i rumori erano moltiplicati, pareva che interi eserciti di Grimlocks fossero in procinto di attaccare da ogni direzione e loro sarebbero stati presi nel mezzo.
La porta era l’unica via di fuga! Sfondarono la porta al centro della piazza ed iniziarono a scendere le scale che trovarono dietro di essa, trascinandosi dietro, con molta fatica, il monaco obeso ferito. La base delle scale era rovente; rumori di fiamma e temperature altissime li attendevano in una serie di costruzioni di bronzo. Su di un trono sedeva un Azer, una creatura di fuoco di un altro piano, intento a sfogliare un libro miniato in metallo; dietro di esso una statua di un drago di bronzo giaceva al suolo, Atsuma per un istante pare vedere la statua muoversi…