mercoledì 3 luglio 2013

Uragano Rosso!

Ho finito il libro "Uragano Rosso" di Tom Clancy: parla di una guerra tra URSS e NATO a seguito di una drammatica carenza di petrolio dell'Unione Sovietica, narrata seguendo da vicino alcuni personaggi chiave della vicenda, sia da parte russa che americana.


La storia è avvincente e ben raccontata; io sono sempre stato curioso di sapere come avrebbe potuto svolgersi un conflitto globale di quel tipo e devo dire che la narrazione non mi ha deluso.
Le tattiche e le strategie messe in atto dai protagonisti sono realistiche, e ritraggono problemi e imprevisti che non possono mancare sul campo di battaglia.

Tuttavia ci sono 3 cose che mi disturbano di questo libro. Paradossalmente sono l'inizio, la fine e la scelta dei punti di vista.

L'inizio perché mi sfugge la strategia dell'Unione Sovietica nel suo complesso: dopo un attentato al più grosso impianto petrolifero sovietico, il Politburo si rende conto che per i successivi N anni ci sarà una drastica carenza di carburante. Non lo vogliono chiedere a livello di commercio internazionale per non mostrare la loro debolezza (e fin qui, ci può anche stare..) allora decidono di fare una calata trionfale su Iran, Iraq e compagnia in modo da procacciarsi il loro greggio. Ed anche qui, è un azzardo ma ha senso secondo me.
Ma per ottenere questo risultato decidono di scatenare una guerra totale alla NATO, sfruttando la sorpresa: va bene voler evitare la guerra su due fronti, va bene considerare che una invasione dei paesi petroliferi avrebbe sicuramente scatenato una rappresaglia NATO, va bene tutte queste considerazioni... Ma comunque tutto questo mi sembra un po' tirato.
Banalmente invece che inscenare un attentato a Mosca per poter dare la colpa alla Germania Ovest ed avere il Casus Belli costruito ad arte, avrebbero potuto trovare il modo di dare la colpa all'Iraq e risolvere la questione così: forse la NATO non avrebbe dato il via alla terza guerra mondiale per difendere l'Iraq, ma per la Germania Ovest e per l'Europa sì cazzo!

La fine invece perché mi sembra un po' troppo precipitosa, nel giro di qualche capitolo bum, finisce tutto! L'espediente usato mi sembra azzeccato, è un'ottima idea, ma sono rimasto un po' deluso dalla narrazione.

Poi invece per la scelta dei punti di vista ho una questione assolutamente personale: la maggior parte dei capitoli parla della Marina; cacciatorpediniere, sottomarini, portaerei sono i punti di vista più narrati, mentre il teatro bellico terrestre non viene descritto con altrettanta passione e accuratezza.
Adesso sono un esperto (si fa per dire eh..) di caccia al sottomarino, ma non so un cazzo di logistica e combattimento terrestre nella guerra moderna, a parte il fatto che i bombardamenti aerei sono una brutta cosa (ma potevo arrivarci anche da solo).

Per il resto è un gran bel libro, appassionante e accurato, divorato in pochissimo tempo.